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Attualità giovedì 13 maggio 2021 ore 09:00

Contenimento ungulati, plauso di Coldiretti

L'associazione rende merito alla Regione per l'approvazione della delibera di Giunta "chiave di volta attesa dal mondo agricolo"



AREZZO — La Coldiretti aretina plaude all’approvazione della delibera di Giunta regionale sul contenimento degli ungulati in Toscana che consente agli agricoltori muniti di licenza di caccia d’intervenire, sotto il coordinamento della Polizia Provinciale, direttamente sul proprio fondo. 

“La delibera approvata dalla Giunta Regionale è la chiave di volta attesa dal mondo agricolo che aspetta da decenni un segno tangibile dalle istituzioni rispetto al controllo degli ungulati - commenta Marco Masala Presidente ATC 2 Valtiberina - una volta applicata questa norma la Toscana si porrebbe all’avanguardia nel quadro normativo rispetto al controllo degli ungulati. Diamo atto al presidente Giani di aver dato corso agli impegni assunti in campagna elettorale dopo l’approvazione da parte del Consiglio Regionale della mozione a firma Marras proprio sull’azione diretta dei proprietari per il contenimento degli ungulati. Ogni provvedimento utile a contenere i danni aiuta le ATC e le sue finanze”.

Ogni 100 ettari di territorio si registra la presenza di almeno 20 cinghiali, mentre il Piano faunistico regionale ne prevede da 0,5 ad un massimo di 5 capi, si conta un ungulato per ogni pecora negli allevamenti, 4 per ogni maiale e 6 per ciascun bovino. Serve solo un’azione decisa da parte di tutti gli organi preposti al controllo perché la norma di traduca in successo.

L’eccessiva presenza di fauna selvatica rappresenta un rischio per l’agroalimentare anche della provincia di Arezzo visto che proprio nei piccoli comuni sotto i 5mila abitanti si concentra il 92% delle produzioni tipiche secondo lo studio Coldiretti/Symbola.

Finalmente un provvedimento che va nella direzione degli agricoltori perché le aziende sono veramente arrivate al collasso in una situazione che costringe ormai le imprese a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l’assetto produttivo delle zone - termina il componente agricolo dell’ATC1 nonché Direttore di Coldiretti Arezzo Raffaello Betti – con il rischio che venga meno la presenza degli agricoltori, soprattutto nelle zone interne, e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico”.


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