Cronaca mercoledì 25 giugno 2025 ore 16:26
Daspo al genitore che ha aggredito l'arbitro

Daspo di quattro anni al padre di un giovane calciatore della Vis Pesaro che ha aggredito un arbitro 18enne al termine di una partita under12
AREZZO — Daspo di quattro anni al padre di un giovane calciatore della Vis Pesaro che domenica 8 giugno scorso ha aggredito un arbitro 18enne al termine di una partita under12 allo stadio comunale di Arezzo tra la formazione locale e la Vis Pesaro.
Il provvedimento è stato emesso nei confronti di un uomo quarantacinquenne che, al termine dell’incontro di calcio, si introduceva all’interno degli spogliatoi dove si trovava il direttore di gara, colpendolo con pugni, mordendogli una spalla per poi infierire con una sedia.
Per il gesto violento ed antisportivo c’è stata la risposta immediata del Questore di Arezzo, dott.sa Maria Luisa Di Lorenzo che, in base all’istruttoria della Divisione Anticrimine, ha disposto che all’autore di queste condotte, per quattro anni, sia fatto divieto d’accesso su tutto il Territorio Nazionale ai luoghi in cui si svolgono le manifestazioni sportive di calcio di Coppa Italia, coppe internazionali, campionato e amichevoli alle quali partecipino squadre di calcio militanti in campionati nazionali professionistici e dilettantistici regolarmente iscritte alla FIGC. Sono inoltre vietate tutte le competizioni ufficiali ed amichevoli delle rappresentative nazionali anche se disputate sul territorio degli altri stati appartenenti all’Unione Europea, incluse anche quelle disputate dalle squadre italiane negli altri stati appartenenti all’Unione Europea.
Con la misura di prevenzione adottata, all’uomo sarà altresì interdetto l’accesso e lo stazionamento in un’area ricompresa in 500 metri di distanza dai luoghi interessati alla sosta, al transito o al trasporto di coloro che partecipano o assistono alle medesime manifestazioni, a partire già da tre ore prima dell’evento e sino a tre ore dopo la sua conclusione.
L’eventuale violazione del divieto sarà punita con la pena della reclusione da uno a tre anni e con la multa da 10mila a 40mila euro.
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