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Attualità mercoledì 06 luglio 2022 ore 15:14

Così chi lavora all'aperto deve salvarsi dal caldo

La Asl fornisce le indicazioni per evitare malori. Mai stare soli, bere molto, turni pianificati, cappello e abiti leggeri. Il rischio è molto alto



AREZZO — Seppure non esista una statistica precisa sono comunque tanti i malori e le patologie correlate che vengono accusati dai lavoratori che d'estate, con le alte temperature, sono impegnati all'aperto in settori come l'edilizia e l'agricoltura ma anche per chi opera in ambienti chiusi non adeguatamente climatizzati. Uno stato di idratazione inadeguato, combinato allo sforzo fisico e a ritmi di lavoro impegnativi, aumenta significativamente il rischio di sviluppare situazioni di rischio da calore specialmente in presenza di altre patologie preesistenti. Nei casi più gravi la situazione può concludersi in modo drammatico anche con degli infortuni. Inoltre, la condizione di stress termico è in grado di indurre deconcentrazione e disattenzione durante il lavoro e conseguentemente incrementa il pericolo.

“Per ridurre questo rischio è fondamentale la prevenzione che passa attraverso il rispetto degli obblighi da parte dei datori di lavoro oltre alla responsabilità del singolo - spiega Domenico Viggiano direttore area dipartimentale della prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della Asl Toscana sud est - che aggiunge - i fattori che contribuiscono all’insorgenza delle malattie da calore sono proprio l'esposizione diretta al sole o a temperature elevate, il basso consumo di liquidi, l'assenza di aree ventilate o con movimento d'aria limitato, l'attività fisica intensa, e le condizioni individuali di suscettibilità al caldo”. 

Per difendere la salute dei lavoratori dalle ondate di calore ci sono precise normative e linee di indirizzo.

“Secondo queste norme ogni datore di lavoro – precisa Viggiano – deve per prima cosa valutare il rischio e designare una persona formata sui pericoli e le misure di tutela da adottare presente nel luogo di lavoro. Nessun dipendente deve stare solo al caldo perché in caso di sintomi di malattie da calore ci deve essere sempre qualcuno che possa chiamare il 118 e prestare il primo soccorso. E' poi molto importante rendere disponibili e accessibili acqua e aree ombreggiate per le pause, deve essere disponibile acqua fresca potabile e si consiglia di bere circa un litro d'acqua ogni ora facendo massima attenzione al proprio livello di idratazione. Inoltre devono essere forniti ai lavoratori adeguati indumenti da lavoro, ad iniziare dai cappelli, poi abiti leggeri e scarpe di protezione di modello estivo. I turni di lavoro – continua - devono essere pianificati per ridurre il rischio di esposizione al calore dei lavoratori, fare quando possibile delle brevi pause e infine – conclude il direttore dell'Area Dipartimentale – mettere in campo adeguate attività di formazione sullo stress termico”.


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