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Cultura domenica 13 giugno 2021 ore 12:00

Il Pozzo di Tofano in via dell'Orto

La storica dell'arte Ilaria Pugi spiega la valenza di questo manufatto e il legame con il Decamerone di Boccaccio



AREZZO — Via dell'Orto, nel cuore della parte alta della città, è una delle strade del centro storico di Arezzo più rappresentative e fotografate dai turisti. A rendere così caratteristica questa via è la presenza di un pozzo, celebrato nella tradizione aretina come quello di cui parla Giovanni Boccaccio nella quarta novella della settima Giornata del Decamerone, l’opera più importante del grande poeta toscano del Trecento e uno dei capisaldi della letteratura italiana e mondiale di tutti i tempi.

Il Pozzo di Tofano, che prende il nome dal protagonista della novella boccaccesca, è realizzato in pietra arenaria, tipica delle costruzioni del centro storico della città e, come ricordato dallo studioso Alessandro Del Vita in una guida novecentesca, fu rifatto a spese del Magistrato cittadino nel XVI secolo, ed in seguito restaurato nel 2005.

Nel XIV secolo questa parte della città si trovava nella zona centrale, e a testimonianza di ciò vediamo ancora oggi i numerosi edifici storici che qui sorgono, come per esempio la casa natale di Francesco Petrarca, che si trova poco più avanti del pozzo stesso, già presente al tempo di Boccaccio.

Una targa, posta nel 1958 dalla Brigata Aretina degli Amici dei Monumenti, ricorda questa novella, la cui trama racconta di un ricco aretino di nome Tofano, al quale fu data in moglie la bella Ghita. Lei, scontenta del compagno geloso e ubriacone, decise, per vendicarsi, di tradirlo. Approfittando delle cattive abitudini del marito, ogni sera lo faceva ubriacare per poi metterlo a dormire e uscire. L’uomo, sospettando l’infedeltà di Ghita, una sera finse di essere ubriaco e, una volta uscita, la chiuse fuori di casa. 

Ma con astuzia e un astuto stratagemma, Ghita fece in modo di far passare Tofano dalla parte del torto: inizialmente gli supplicò di farla rientrare ma, resasi conto che il marito non ne voleva sapere, minacciò di gettarsi nel pozzo di via dell’Orto. Approfittando dell’oscurità della notte gettò nel pozzo un grosso sasso e Tofano, sentito quel rumore, uscì di casa credendo che Ghita si fosse davvero gettata nel pozzo. La donna, astuta, approfittò per entrare in casa e chiudere fuori il marito e iniziò ad attirare l’attenzione dei vicini mentre Tofano la implorava di aprire la porta. Ghita accusò il marito di essere tornato a casa ubriaco per l’ennesima volta e l’uomo fu malmenato dai parenti della donna. Tofano capì quindi che la gelosia l’aveva “mal condotto” e promise di non essere più geloso, lasciando alla moglie la più completa libertà. 

di Ilaria Pugi


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