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Politica martedì 25 gennaio 2022 ore 10:00

Interrogazioni, dal Pnrr fino all'alta velocità

Raffica di argomenti sottoposti alla Giunta nel Consiglio comunale odierno. Tra i temi anche lavori pubblici, cimiteri e Museo dell'Oro



AREZZO — E' tornato a riunirsi oggi il Consiglio comunale di Arezzo. In apertura, come sempre le interrogazioni.

La prima interrogazione è stata presentata dal consigliere comunale Michele Menchetti e ha avuto per oggetto la gestione del Pnrr: “si profila un’occasione unica per disegnare l’Arezzo del futuro per cui chiedo un elenco puntuale delle opere previste, il loro crono-programma, la creazione di una sezione ad hoc nel sito istituzionale, il coinvolgimento del Consiglio Comunale”. L’assessore Alessandro Casi ha ricordato che “dei progetti è sempre stato fatto partecipe il Consiglio Comunale dal momento che ho provveduto a inserirli nel piano triennale delle opere pubbliche discusso in assemblea, al pari delle delibere relative alle sue variazioni”.

Ancora Pnrr, nello specifico il versante socio-sanitario, è stato oggetto della seconda interrogazione di Michele Menchetti che ha chiesto dettagli sui progetti delle due case di comunità e dell’ospedale di comunità. “Dove e come saranno realizzate tali strutture”? Il vicesindaco Lucia Tanti ha precisato che la prima case della comunità sorgerà a seguito del rifacimento dell’attuale casa della salute di via Guadagnoli, sulla quale restano ancora incertezze in merito alla totale copertura delle risorse necessarie: siccome non basteranno i fondi del Pnrr, confido in uno sforzo della Regione Toscana. La seconda sarà invece in zona Baldaccio. L’ospedale di comunità è previsto in zona Pionta: quest’ultima diventerà una vera e propria cittadella della sanità territoriale visto che in vari lotti sorgeranno la centrale operativa, i nuovi centro autismo, centro ausili e hospice. Quest’ultimo verrà realizzato in terreni prossimi all’ospedale”.

Piero Perticati ha sollevato la questione della sicurezza stradale a Rigutino, venuta meno a causa dalla presenza diffusa di ungulati nel territorio. “I danni che ne derivano sono per le colture e le persone. A Rigutino, la strada comunale che sale verso la Sassaia sta diventando particolarmente pericolosa per residenti e turisti visto che gli animali, dalle ore serali al mattino, vi si aggirano in maniera incontrollata. Servirebbe innanzitutto il ripristino di un’adeguata illuminazione”.

L’assessore Alessandro Casi ha garantito una puntuale valutazione sugli interventi da realizzare in tal senso.

Scelgo Arezzo e Pd hanno sollevato la questione degli spazi cimiteriali. Valentina Sileno ha stretto il focus, partendo dal caso del cimitero di Olmo, sulla riesumazione delle salme giacenti da oltre 40 anni chiedendo chiarimenti sul modo in cui avviene.

Giovanni Donati ha ricordato la carenza attuale dei posti liberi che si sono progressivamente assottigliati negli anni: “questo segnale evidenzia che i cimiteri non vengono più gestiti ma restano in balia degli eventi. E lo conferma un ulteriore indizio: alcuni, sempre di frazione, presentano paradossalmente moltissimi posti liberi”.

Valentina Sileno è tornata sul Museo dell’Oro: “la sua inaugurazione era prevista per il dicembre 2021 ma ancora, come abbiamo peraltro già sottolineato in precedenti interrogazioni, di lavori partiti non scorgiamo traccia e dunque nutriamo forti perplessità sul rispetto dell’originario crono-programma”. “Innanzitutto – ha precisato il sindaco Alessandro Ghinelli – il Museo dell’Oro che sta per nascere sarà diverso rispetto a quello inaugurato in occasione dell’evento a cui parteciparono il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Le opere esposte in quel momento costituivano il 30% della complessiva collezione Oro d’autore, acquistata successivamente dalla Regione Toscana e oggetto di un vincolo pertinenziale grazie al quale la stessa non potrà essere spostata da Arezzo. Il futuro museo la esporrà per intero. Veniamo al capitolo lavori: la vicenda della ristrutturazione ha subito almeno due rallentamenti, il primo a seguito dello scoppio della pandemia nel 2020 e il secondo per la recrudescenza del 2021. Abbiamo così chiesto una posposizione dei termini che la Regione ha concesso e in virtù di questa i lavori sono partiti lo scorso 9 dicembre. Confido di inaugurare il museo a primavera”.

Alessandro Caneschi ha chiesto chiarimenti sullo stato dei lavori nella strada comunale di San Firenze: “il manto stradale è tuttora in pessime condizioni. Il 29 aprile 2021 abbiamo presentato interrogazione di analogo tenore e sono dunque passati 9 mesi. Che tipo d’interlocuzione, nel frattempo, l’amministrazione comunale ha avuto con gli enti che si occupano della realizzazione delle opere strutturali e quali soluzioni ha avanzato per risolvere le questioni aperte”?

L’assessore Alessandro Casi ha ricordato la riattivazione dei lampioni a ridosso delle abitazioni, per venire incontro alle criticità legate alla mancanza di illuminazione “mentre per l’estate confido nel termine definitivo del cantiere”.

Ancora Alessandro Caneschi si è soffermato sui giardini di via Ombrone, ricordando come anche in questo caso ci “siano giunte sollecitazioni dei cittadini, relative a questa piccola area verde pubblica dov’è assente qualsiasi tipo di illuminazione. Possiamo immaginare come nelle ore notturne il luogo diventi sede di attività non lecite. Mancano inoltre uno spazio per le deiezioni dei cani e un sistema di videosorveglianza”. “C’è un cancello che chiude la sera – ha ricordato l’assessore Alessandro Casi – ma effettivamente l’illuminazione è mancante. Gli uffici stanno valutando su mia sollecitazione di installarla. In luogo di un’area cani, viste le dimensioni ridotte del parco, potremmo pensare a distributori di sacchetti e cestini”.

Valentina Vaccari ha chiesto notizie sull’archivio storico-fotografico conservato dalla Provincia, con negativi e stampe “davvero uniche che rappresentano un patrimonio di grande rilievo. Credo che tale archivio, per quanto riguarda Arezzo, offra la possibilità di visionare foto sulla vita lavorativa in fabbriche e aziende attraverso i decenni, materiale documentario che confermerebbe l’esistenza di un legame tra impresa e cultura. Qualche anno fa esisteva un progetto di catalogazione e valorizzazione dedicato alle foto sulla Giostra del Saracino: potremmo ampliarlo per ricomprendervi un binario parallelo sulla cultura d’impresa. I musei di impresa, di cui ci sono esempi in città, costituiscono veri e propri centri culturali, di pensiero e riflessione dove sperimentare attività didattiche. Chiedo perciò se ci sia la possibilità di mettere in piedi un progetto di questo genere in collaborazione tra amministrazione comunale, scuole e rappresentanze imprenditoriali”. Il sindaco Alessandro Ghinelli ha accolto la sollecitazione: “cercheremo di coinvolgere la Fondazione Guido D’Arezzo e porterò la questione nel prossimo consiglio di amministrazione. Servirà poi procedere in accordo con la Provincia e occorrerà un coordinamento scientifico con chiare nozioni di archivistica e di teoria dell’immagine perché la collezione ha caratteri tali da essere particolarmente preziosa”. “Per le immagini dedicate alla Giostra – ha aggiunto l’assessore Simone Chierici – c’è un progetto work in progress dell’ufficio turismo”.

Giovanni Donati è tornato sulla questione del bando per l’assegnazione degli oneri di urbanizzazione secondaria, “finalmente pubblicato dal Comune di Arezzo dopo varie nostre sollecitazioni. Tuttavia, il bando ha creato molti problemi perché in fase di verifica delle domande i contributi sono stati concessi a soggetti non previsti in base al regolamento comunale. Chiedo perciò quali siano state le motivazioni che hanno portato a discutibili scelte come, ad esempio, finanziare un campo di calcetto a sette o un campo di padel”. L’assessore Francesca Lucherini ha ricordato “come in effetti sono state ammesse a partecipare al bando le associazioni sportive dilettantistiche ma a seguito della regolare delibera di una commissione tecnica, assunta sulla base dell’interpretazione delle norme esistenti”.

L’ultima interrogazione di Andrea Gallorini ha riguardato la stazione ad alta velocità nel territorio aretino: “da circa un mese è tornato in auge il dibattito su una soluzione che garantisca accesso diretto all’alta velocità. Se un progetto delle regioni Toscana e Umbria pare avere incontrato una battuta di arresto, i Comuni di Cortona, Castiglion Fiorentino e Foiano hanno organizzato un incontro pubblico per discutere di una stazione del genere in Valdichiana. Che azioni può intraprendere il Comune in merito”? 
Il sindaco Alessandro Ghinelli: “l’idea della stazione Media Etruria viene da lontano, dall’epoca dell’amministrazione guidata da Luigi Lucherini. È evidente che un’infrastruttura di sosta e servizio per l’alta velocità deve avere due caratteristiche imprescindibili: far perdere meno tempo possibile ai convogli ed essere dotata di caratteristiche di intermodalità. Ovvero: si scende dal treno e si sale su altri mezzi di trasporto per raggiungere le varie destinazioni. Credo che la soluzione migliore sia un’intermodalità ferro-ferro. La localizzazione a Manziana, l’idea dell’amministrazione Lucherini, consente di sfruttare un elemento logistico e strategico inequivocabile: la linea lenta e la direttissima corrono parallele a 80 metri l’una dall’altra. Aspetto che permetterebbe esattamente di soddisfare la seconda condizione a cui ho accennato. Questa è l’unica accettabile per l’attuale amministrazione perché la sola in grado di garantire vantaggi concreti ad Arezzo. Media Etruria presso Rigutino soddisfa anche le esigenza umbre perché si troverebbe nel tratto ferroviario Perugia-Arezzo. Comprendo semmai come sia Siena a sollevare dubbi. Al momento si tratta di rimettere in piedi un gruppo di lavoro che analizzi adeguatamente i bacini di utenza. Mi batterò, se necessario, per la soluzione prospettata, sarà però difficile utilizzare i fondi Pnrr perché non stiamo comunque parlando di mezzi a trazione energetica ‘verde’. Ritengo infine che una fermata in quella posizione non comporterebbe costi eccessivi o elevato consumo di suolo”.


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