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Attualità lunedì 29 marzo 2021 ore 14:14

Lavoro, batosta più forte nel turismo e commercio

L'analisi della Camera di Commercio sull'occupazione. A pagare la crisi soprattutto donne, giovani e stranieri. Dipendenti "maggiormente" al sicuro



AREZZO — “Attraverso l’elaborazione, effettuata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio, di alcune tipologie di dati provenienti da più fonti (Istat, Regione Toscana, Sistema Camerale) – spiega la Vicepresidente vicaria della Camera di Commercio Anna Lapini – siamo in grado in delineare un quadro abbastanza esaustivo della condizione del mercato del lavoro nella nostra provincia".

Ed ecco quindi nel dettaglio la panoramica aretina: "nel corso del 2020, come purtroppo appare evidente a tutti, l’emergenza sanitaria e la conseguente sospensione delle attività di interi settori hanno rappresentato anche per l'Aretino uno shock improvviso e senza precedenti sulla produzione e sulla circolazione di beni e servizi e conseguentemente sul segmento occupazionale - sottolinea Lapini. -  La situazione dopo il lockdown della scorsa primavera ha visto una accentuata differenziazione dei diversi settori che sono stati colpiti in maniera fortemente eterogenea. Gli effetti più negativi si sono avuti soprattutto sul settore del turismo e su alcuni comparti del commercio al dettaglio e dei servizi ed hanno interessato maggiormente, in generale, le donne, i giovani e gli stranieri. Si tratta delle categorie che più spesso occupano posizioni lavorative meno tutelate, per giunta nei settori e nei tipi di impresa che sono stati investiti più duramente dalla crisi.”

E prosegue il Segretario Generale, Marco Randellini "nel secondo trimestre 2020 si è assistito a un crollo dell’attività economica, seguito da un recupero, per certi aspetti superiore alle aspettative, nel terzo trimestre e una nuova riduzione nel quarto dovuta alla recrudescenza della diffusione dei contagi. Data la natura dei provvedimenti di sostegno alle imprese e ai lavoratori, gli effetti della crisi si sono manifestati più sulle ore lavorate che sull’occupazione. 

Nonostante ciò il numero di persone rimaste senza lavoro è considerevole, soprattutto a seguito delle cessazioni dei contratti a termine non rinnovati e del venir meno di nuove assunzioni in un generalizzato clima di “sospensione” delle attività, ad iniziare proprio da quella della ricerca di lavoro. 

Il calo dell’attività e dell’occupazione si è concentrato nei servizi e, complessivamente, ha avuto effetti ridotti nella manifattura.

Nella nostra provincia sono comunque presenti oltre 145mila occupati, per l’80% dipendenti ed il restante 20% indipendenti. Rispetto al 2019 si sono persi 870 posizioni lavorative, -0,6% in termini relativi. 

L’andamento non è stato però omogeneo: come già osservato a livello nazionale, la crisi occupazionale si è scaricata particolarmente sulla categoria degli occupati indipendenti (-18,3%), mentre per i dipendenti si è registrato addirittura un aumento del 5,1%, attribuibile probabilmente all’azione congiunta delle mancate uscite derivanti dalle misure di “protezione” (divieto di licenziamento e interventi di sostegno) ed alle maggiori entrate registrate per alcuni settori".

Occupati in provincia di Arezzo per settore

2016 2017 2018 2019 2020
Agricoltura 5.857 5.746 6.070 7.170 7.702
Manifatturiero 39.459 41.496 43.199 40.884 43.668
Costruzioni 8.836 9.788 10.711 7.958 8.801
Commercio, alberghi e ristoranti 33.169 29.349 28.363 30.946 24.235
Altre attività dei servizi 60.861 61.410 52.899 59.080 60.762
Totale 148.181 147.788 141.242 146.038 145.168

“Proprio a livello settoriale, come già sottolineato da Anna Lapini, – prosegue Marco Randellini - emergono le differenze più marcate: la perdita di posizioni occupazionali matura infatti in uno specifico comparto, quello del commercio, alberghi e ristoranti, in cui nel 2020 mancano all’appello oltre 6.700 occupati con una perdita in termini percentuali del 21,7%. 

A rendere particolarmente critico il risultato ha contribuito non solo la crisi che ha colpito in modo particolare il comparto, ma anche la diffusa presenza di occupati “flessibili” che non hanno potuto beneficiare delle tutele messe in campo per l’occupazione stabile. Negli altri settori, caratterizzati da un minor impatto diretto della crisi o maggiormente “salvaguardati” dalle misure emergenziali, si registrano al contrario aumenti occupazionali

I dati recentemente pubblicati dal Sistema Informativo Lavoro della Regione Toscana forniscono un ulteriore punto di vista dell’andamento del mercato del lavoro provinciale: nel corso del 2020 le comunicazioni di avviamento al lavoro inviate ai Centri per l’Impiego (CPI) sono diminuite del 17,7%. La sostanziale “tenuta” degli occupati è conseguente al fatto che le uscite occupazionali, grazie alle misure straordinarie messe in campo, sono diminuite più o meno come le assunzioni. Comunque è particolarmente significativo, a dimostrazione della particolarità del momento, che ancor più delle comunicazioni di avviamento, diminuiscano i flussi di ingresso in disoccupazione: complessivamente nell’anno sono state registrate 10.254 nuove iscrizioni, il 22,1% in meno rispetto al 2019. Un dato confermato dall’andamento del tasso di disoccupazione provinciale che si colloca nel 2020 al 7,5%, poco al di sopra del valore registrato nel 2019 (7,4%).

Comunicazioni di avviamento al lavoro inviate ai CPI per tipo di contratto – provincia di Arezzo

2019 2020 Var. % Quota % 2020
Lavoro a tempo indeterminato 6.850 5.333 -22,1% 11,1%
Contratto a tempo determinato 33.300 28.402 -14,7% 59,3%
Somministrazione 5.284 4.099 -22,4% 8,6%
Contratto a progetto/co.co.co 864 972 12,5% 2,0%
Tirocinio 1.328 725 -45,4% 1,5%
Apprendistato 3.013 1.644 -45,4% 3,4%
Lavoro domestico 3.247 4.060 25,0% 8,5%
Lavoro intermittente 3.340 2.076 -37,8% 4,3%
Altre forme 925 565 -38,9% 1,2%
Totale 58.151 47.876 -17,7% 100,0%

Le assunzioni registrate dai Centri per l’Impiego sono diminuite indistintamente per quasi tutte le tipologie contrattuali: le più colpite sono l’apprendistato ed il tirocinio (entrambi -45,4%) ed il lavoro intermittente (-37,8%). Sono in ripiegamento anche le forme contrattuali più utilizzate: i contratti a tempo determinato rappresentano il 59,3% delle assunzioni e diminuiscono del 14,7% rispetto al 2019. 

I contratti a tempo indeterminato rappresentano l’11,1% delle assunzioni e subiscono una flessione del 22,1%). In diminuzione anche i contratti di somministrazione (-22,4%) che rappresentano l’8,6% del totale dei contratti attivati. Due sono le tipologie contrattuali che, al contrario, sono cresciute nel corso dell’anno: i contratti di lavoro domestico, che costituiscono l’8,5% delle assunzioni, aumentano del 25% rispetto all’anno precedente, mentre i contratti a progetto/co.co.co. crescono del 12,5% ma rappresentano solo il 2% del totale delle assunzioni

Comunicazioni di avviamento al lavoro inviate ai CPI per settore economico - provincia di Arezzo

2019 2020 Var. % Quota % 2020
Agricoltura 9.997 9.805 -1,9% 20,5%
Manifatturiero 12.017 6.900 -42,6% 14,4%
Costruzioni 2.655 2.161 -18,6% 4,5%
Commercio 4.670 3.651 -21,8% 7,6%
Trasporto e magazzinaggio 1.356 1.002 -26,1% 2,1%
Alberghi e ristoranti 6.721 4.075 -39,4% 8,5%
PA, Istruzione, Sanità 8.245 9.270 12,4% 19,4%
Servizi alle imprese 4.444 3.756 -15,5% 7,8%
Altro 8.046 7.256 -9,8% 15,2%
Totale 58.151 47.876 -17,7% 100,0%

Anche a livello di settori di attività prevalgono i segni negativi: sono di particolare rilievo le flessioni delle assunzioni nel manifatturiero (-42,6%), negli alberghi-ristoranti (-39,4%), nei trasporti (-26,1%) e nel commercio (-21,8%). L’agricoltura riesce meglio di altri settori a contenere il calo delle assunzioni (-1,9%). Unico settore in cui crescono gli avviamenti al lavoro è quello della “PA, Istruzione, Sanità” (+12,4%).

Comunicazioni di avviamento al lavoro inviate ai CPI - provincia di Arezzo

2019 2020 Var. % % su tot.
Area aretina 23.402 19.568 -16,4% 40,9%
Casentino 5.048 3.963 -21,5% 8,3%
Valdarno 14.884 12.104 -18,7% 25,3%
Valdichiana 9.434 7.898 -16,3% 16,5%
Valtiberina 5.383 4.343 -19,3% 9,1%
Provincia 58.151 47.876 -17,7% 100,0%

Non si riscontrano particolari differenze fra le aree della provincia: flessioni sopra la media provinciale si registrano in Casentino (-21,5%), Valtiberina (-19,3%) e Valdarno (-18,7%), mentre Valdichiana (-16,3%) e Area aretina (-16,4%) riescono a contenere meglio le perdite.

Flusso di ingressi in disoccupazione per CPI - provincia di Arezzo

2019 2020 Var. % % su tot.
Area aretina 4.766 3.759 -21,1% 36,7%
Casentino 1.243 927 -25,4% 9,0%
Valdarno 3.918 3.135 -20,0% 30,6%
Valdichiana 1.965 1.499 -23,7% 14,6%
Valtiberina 1.261 934 -25,9% 9,1%
Provincia di Arezzo 13.153 10.254 -22,0% 100,0%

La diminuzione è più accentuata fra gli uomini (-26,4%) a testimonianza che le donne (-18,7%) sono state maggiormente penalizzate dalle ricadute economiche ed occupazionali dell’emergenza Covid.

Flusso di ingressi in disoccupazione per CPI e genere - provincia di Arezzo

2019 2020 Var. %
F M F M F M
Area aretina 2.606 2.160 2.231 1.528 -14,4% -29,3%
Casentino 730 513 536 391 -26,6% -23,8%
Valdarno 2.135 1.783 1.778 1.357 -16,7% -23,9%
Valdichiana 1.168 797 902 597 -22,8% -25,1%
Valtiberina 759 502 570 364 -24,9% -27,5%
Provincia di Arezzo 7.398 5.755 6.017 4.237 -18,7% -26,4%

Flusso di ingressi in disoccupazione per CPI e classi di età - provincia di Arezzo

Valori assoluti 2020 Variazioni % sul 2019
Sotto 25 anni 25-30 anni Oltre 30 anni Totale Sotto 25 anni 25-30 anni Oltre 30 anni Totale
Area aretina 626 602 2.531 3.759 -35,9% -22,2% -16,1% -21,1%
Casentino 189 138 600 927 -18,9% -27,4% -26,8% -25,4%
Valdarno 536 503 2.096 3.135 -27,4% -13,6% -19,3% -20,0%
Valdichiana 265 254 980 1.499 -20,4% -19,1% -25,6% -23,7%
Valtiberina 110 138 686 934 -43,0% -38,1% -18,8% -25,9%
Provincia di Arezzo 1.726 1.635 6.893 10.254 -30,2% -21,5% -19,8% -22,0%

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