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Attualità lunedì 31 maggio 2021 ore 09:53

L'eredità di cuore che lascia Padre Raffaele

Il rettore del seminario vescovile e Parroco di S. Domenico e S. Maria in Gradi è destinato ad un'altra città. Ma il coro di riconoscenza è unanime



AREZZO — Un coro unanime di voci ringrazia Padre Raffaele Menniti, rettore del seminario vescovile e Parroco di San Domenico e Santa Maria in Gradi ad Arezzo. Padre Raffaele è destinato ad un'altra città ma quella che lascia ad Arezzo è un'eredità importante. Lo testimoniano sia la lettera scritta dai parrocchiani, sia quella della Fraternità Federico Bindi. 

Le pubblichiamo qui sotto:

"Chi ha avuto modo di conoscere Raffaele in questi anni sa quanto egli si sia speso per gli altri, donando se stesso pienamente. Da quelli che erano frammenti di una realtà parrocchiale dispersa, ha saputo tessere con cura e pazienza una rete tra famiglie, giovani scout e associazioni del territorio. Le Chiesa di Santa Maria in Gradi e San Domenico, nonostante il difficile periodo di restrizioni appena trascorso, oggi si riempiono di fedeli per la S. Messa domenicale, tra cui un gran numero di giovani. Una tale partecipazione che a ricordo di molti non era mai stata tale, e che è stata costruita negli anni da Padre Raffaele, con pazienza e dedizione, lasciando gradualmente spazio ad ognuno all’interno della celebrazione. Un frutto che fa dispiacere non possa essere gradito e raccolto dalla stessa persona che ne ha piantato il seme. Negli ultimi anni si sono avvicinate alla comunità anche persone affascinate dal grande numero di attività tipicamente oratoriali e dalla vitalità che è stata restituita ad una parrocchia del centro storico minacciata dal graduale spopolamento di quest’ultimo. Padre Raffaele ha fatto vivere a tutti noi parrocchiani l’accoglienza, lo testimoniano il forte impulso dato alle associazioni del territorio, in termini di tempo, risorse e spazi. Grazie a questo anche i giovani hanno sperimentato il servizio ai più bisognosi imparando a conoscere il valore della carità e hanno vissuto una forte dimensione oratoriale, con campi estivi e attività settimanali. Le porte del seminario sono state sempre aperte alla comunità, come esempio di fratellanza e per viver incontri e confrontarsi sull’educazione cristiana. I seminaristi sono stati anche chiamati a svolgere servizio nei gruppi scout presenti nelle varie parrocchie aretine, affiancando i capi scout nell’attività formativa. Lo stesso Raffaele è stato Assistente ecclesiastico di un Gruppo scout, diventando guida spirituale e comunitaria per i suoi membri, dai più grandi ai più piccoli.

Per molti di noi Raffaele è stato un amico, più che un pastore, riuscito a ravvivare quel fuoco dello spirito ormai nascosto sotto le ceneri di tanta insofferenza e apatia quotidiana. Un uomo onesto da poter contattare per un consiglio, una parola di conforto, o con cui discutere sul da farsi per mantenere in piedi la struttura della Chiesa, non solo quella di San Domenico e Santa Maria in Gradi. Ci ha fatto rivivere la comunione e la condivisione nella preghiera, nell’ascolto e nel rimboccarsi le maniche. Ci ha fatto sentire nuovamente parrocchiani, parte di una comunità che adesso vive e si consolida nell'incontro con Dio. Grazie e Buona Strada Padre Raffaele" (La comunità di San Domenico e Santa Maria in Gradi).

"Grazie Padre Raffaele, ci sono uomini di chiesa che, con grande coraggio, testimoniano l’amore di Dio attraverso azioni di accoglienza e di fiducia. Padre Raffaele ci ha conosciuti in occasione del battesimo di Kiev, il figlio di una coppia di filippini, tra le tante che abbiamo aiutato in questi anni. Mi ricordo come allora il momento in cui è entrato per la prima volta nei locali del centro diurno per senzatetto di via Chiassaia, dove avevamo organizzato un semplice momento di festa, con un piccolo rinfresco, “una vera famiglia”, come ebbe a dire. 

E come una famiglia abbiamo vissuto insieme a lui i momenti di gioia e i momenti di dolore, come il funerale di Dragan, che il freddo di una notte si è portato via.

Con padre Raffaele abbiamo costruito un percorso di fiducia e di amicizia che ci ha portato a costruire numerosi luoghi di accoglienza. Aveva riconosciuto nel nostro agire il calore della famiglia e la fiducia nelle persone, in tutte le persone, perché ciascuno può aver sbagliato ma ha sempre il diritto di poter ricominciare. Adesso Padre Raffaele non sarà più ad Arezzo e questo ci rattrista molto perché era una luce gioiosa di testimonianza del Vangelo di Cristo. Perdere persone come te renderà la nostra Chiesa più povera. La nostra fortuna è stata averti incontrato. Grazie a te Padre e Fratello Raffaele! (Fraternità Federico Bindi).


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