Il concerto a sorpresa all'aeroporto di Fiumicino del direttore-pilota Daniel Harding: l'Orchestra di Santa Cecilia si esibisce al Gate
Attualità venerdì 27 maggio 2016 ore 09:21
Lotta al gioco d'azzardo
Incontri di sensibilizzazione organizzati dal SerT. Sono 220 i pazienti curati nel 2015. La maggior parte fra 20 e 30 anni. Donne attratte dalle slot
AREZZO — Il SerT di Arezzo, in collaborazione con Mirimettoingioco, l’associazione di ex-giocatori e loro familiari presente sul territorio aretino dal 2007, organizza due incontri di informazione e sensibilizzazione sul gioco d’azzardo patologico rivolti alla popolazione.
Il primo si terrà domani, sabato 28 maggio 2016 alle 11.30 al SerT (via Fonte Veneziana 17) e vedrà gli interventi degli operatori sanitari su diverse tematiche: il percorso dal gioco sociale al gioco patologico, la psicologia del giocatore d’azzardo (pensiero magico, credenze erronee, rincorsa delle perdite), le problematiche socio-economiche correlate alla dipendenza (tutoraggio economico e risanamento dei debiti), i percorsi brevi di psicoeducazione per giovani giocatori.
Il secondo incontro si terrà giovedì 9 giugno alle 21 presso la sede di Mirimettoingioco (via Cavour 97) e vedrà la testimonianza di giocatori e familiari.
Il Dipartimento delle Dipendenze di Arezzo ha avuto in carico, nel 2015, 220 persone con dipendenza da gioco d’azzardo con un tasso di prevalenza tra i più alti della Toscana. Il profilo medio del giocatore che si rivolge al SerT è maschio, giocatore di slotmachine e con un’età media di 46 anni; chiede aiuto al Servizio dopo qualche anno di gioco problematico e quando ha già accumulato debiti significativi.
Tra l'utenza che chiede aiuto per gioco d'azzardo al SerT negli ultimi anni sono aumentati i giovani tra i 20 e i 30 anni, attratti in particolare dalle scommesse sportive e dai giochi in internet come il poker on line.
Una nota a parte per le giocatrici donne: tra l’utenza che si rivolge negli ultimi anni al SerT, le donne sempre più prediligono le slotmachine, gioco fino a qualche anno fa prerogativa degli uomini. Le donne spesso giocano per sfuggire la solitudine, la noia, lo stress (giocatori “per fuga”) al contrario degli uomini che giocano prevalentemente per competere e provare il brivido della sfida (giocatori “d’azione”). Le giocatrici, inoltre, hanno spesso un percorso più rapido verso il gioco patologico: pur iniziando a giocare più tardi degli uomini dal punto di vista dell’età, manifestano problematiche e danni correlati al gioco più precocemente.
Il modello di intervento per il gioco d’azzardo del SerT di Arezzo coniuga l’approccio clinico, con l’apertura dal 2004 di un ambulatorio per il gioco patologico e le nuove dipendenze (internet, shopping, ecc.), con l’approccio di rete attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale permanente. Un punto di forza è infatti la collaborazione tra Azienda Usl e altre istituzioni del territorio aretino (Enti Locali, Prefettura, Medici di Medicina Generale, Caritas diocesana, Misericordia, Arcisolidarietà, Sindacato, ecc.), collaborazione nata nel 2005 e che ha permesso di rendere ancora più efficaci i percorsi di cura per il giocatore e la sua famiglia e di rispondere ai molteplici bisogni delle persone dipendenti da gioco a causa di crisi familiare, indebitamenti, illeciti, ricorso all’usura, ecc..
L’ambulatorio per il gioco d’azzardo e le nuove dipendenze, situato presso l’ospedale San Donato di Arezzo, offre trattamenti multiprofessionali (psicologici, medici, sociali, educativi), gratuiti e nel rispetto della riservatezza.
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI