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Attualità martedì 15 marzo 2022 ore 17:25

Oltre duecento aziende aretine a VicenzaOro

Edizione 2022 sulla scia di un ritorno alla normalità, anche se i venti di guerra preoccupano per le oscillazioni del prezzo del metallo prezioso



AREZZO — Ammontano ad oltre 200 le imprese aretine che prenderanno parte alla fiera orafa di Vicenza che verrà inaugurata giovedì. Di queste circa cento sono quelle iscritte a Confartigianato, "una rappresentanza importante che contribuisce in modo determinante al numero degli espositori italiani della manifestazione fieristica vicentina: circa mille da tutto il mondo" afferma il presidente di Confartigianato Orafi, Luca Parrini.

“Le imprese del distretto orafo di Arezzo partiranno alla volta di Vicenza, sulla scia di un ritorno alla normalità nonostante in questi giorni l'attenzione sia tutta rivolta al drammatico conflitto in Ucraina” aggiunge. A VicenzaOro si attendono operatori provenienti da 120 Paesi del mondo, con delegazioni di buyer ospitati dalla fiera in crescita del 25%.

"Oltre agli arrivi dall'Europa e dal Medio Oriente - dice sempre Parrini - attendiamo per questa edizione anche gli operatori dal Nord America e dall'Asia". L'appuntamento di Vicenza è stato anticipato dalla mostra JGT Dubai.

"I segnali giunti non solo da Dubai ma anche dai mercati internazionali nell'ultimo trimestre dell'anno appena concluso – prosegue - sono stati molto incoraggianti. A preoccupare gli espositori non saranno tanto le assenze dai Paesi coinvolti dal conflitto, che rappresentano circa il 3% del totale dei visitatori, quanto il clima di incertezza che la guerra inevitabilmente finisce per diffondere tra gli operatori economici. Soprattutto per le ripercussioni sulle quotazioni dell'oro che rappresenta il bene rifugio per eccellenza, oltre che la principale materia prima dell'industria orafa”.

Alcuni giorni fa l'oro ha superato per la prima volta la quota di 60 euro al grammo, ma a destare allarme nel settore sono principalmente le oscillazioni del prezzo. "L'aspettativa di una futura riduzione del prezzo può infatti determinare un ritardo nel ritiro della merce ordinata da parte dei grossisti. Nonostante questo - conclude Parrini - la fiera resta un appuntamento irrinunciabile per il gioiello made in Italy perché è qui che le nostre imprese manifatturiere raccolgono gli ordinativi necessari alla programmazione della produzione della prima parte dell'anno".


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