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Attualità giovedì 25 novembre 2021 ore 16:00

Pratacci sbarca sul web e riparte da un nuovo sito

Nella zona industriale e commerciale cittadina oltre 400 attività. Il presidente del Consorzio Bidini: "urgono piani di sviluppo e riqualificazione"



AREZZO — Il web fa ormai parte della nostra quotidianità, ne è diventato parte essenziale ed integrante. 

Gli imprenditori del Consorzio Sviluppo Pratacci tornano a richiamare l’attenzione di pubblico e amministratori sull’area, nata alle porte di Arezzo negli anni Ottanta come polo strategico del commercio all’ingrosso e della produzione. Lo fanno domani (venerdì 26 novembre) con un incontro aperto ai soci per presentare il nuovo sito internet www.consorziopratacci.it.

L’incontro, che si aprirà con i saluti del presidente del Consorzio Alberto Bidini, si terrà alle 10 nella sede di Officina Agile, l’agenzia creativa che ha sviluppato il sito, in via Isonzo 70 ad Arezzo.

“La crisi pandemica ha imposto uno stop forzato all’attività del nostro Consorzio, anche se in realtà abbiamo usato questo tempo di stasi per ripensare alcuni aspetti delle nostre strategie – spiega Bidini – ripartiamo con il nuovo sito, che sarà lo strumento per promuovere le attività commerciali dei nostri iscritti e per comunicare ai cittadini i nostri progetti e le azioni che riusciamo a concretizzare”.

Le imprese di Pratacci sono circa 420, quasi il 50% (200) di commercio all’ingrosso, 100 di servizi, 90 rappresentative del comparto artigianale e 30 dell’industria, per un fatturato complessivo pre-pandemia di quasi due miliardi di euro all’anno e oltre 2.500 occupati, senza contare l’afflusso quotidiano di agenti di commercio, uomini d’affari e clienti da tutta Italia. 

“Nonostante la grave crisi che ha investito il mercato dal 2020, siamo riusciti a mantenere i livelli preCovid, grazie al fatto che le imprese chiuse sono state sostituite da nuove aperture. Il problema centrale – fa sapere Bidini – è che ancora siamo frenati da alcuni ritardi nei piani di sviluppo e riqualificazione dell’area. Sono certo che potremmo richiamare investimenti più importanti, se si sbloccasse la situazione dell’ex Lebole e se la Regione ampliasse la possibilità di riconversione degli immobili esistenti oltre quel 10% già autorizzato. C’è bisogno, inoltre, di aprire tutta la zona a nuove urbanizzazioni. Dobbiamo innovare il volto di Pratacci se vogliamo assecondare la crescita delle sue imprese e di una parte importante della città, recuperando oltre trent’anni di stasi”.


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