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Attualità mercoledì 07 aprile 2021 ore 14:30

"Stop alla strage di bar e ristoranti, si fermi"

Appello unitario di Confartigianato, Cna e Casartigiani al Governo. Viene chiesta la riapertura anche di sera e proposte le regole per consentirla



AREZZO — Riaprire al più presto tutte le attività di ristorazione”: è questo l'appello unitario inviato alla vigilia di Pasqua da Confartigianato, Cna e Casartigiani al Governo Draghi per sollecitare una decisione che consenta la riapertura in sicurezza dell'intero settore anche nelle ore serali.

A darne notizia è Fabrizio Piervenanzi - Presidente di Confartigianato Alimentazione Toscana - che specifica come il documento unitario, composto da 11 pagine di puntuali analisi, richieste e proposte, sia stato inviato al Ministro della Salute, Roberto Speranza, a quello dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, al responsabile delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli, oltre che alle Commissioni Agricoltura e Industria di Camera e Senato, alla Conferenza delle Regioni e al Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico.

Riassunta la situazione e ribadito come “l’evidenza epidemiologica non consente di imputare a bar e ristoranti e alla ristorazione in genere, la trasmissione del virus”, mentre “i ristori e i sostegni per il settore sono stati del tutto inadeguati” le tre organizzazioni di categoria ribadiscono decisamente la loro richiesta: “chiediamo che venga fatto ogni sforzo affinché si scongiuri l’espansione di una strage di imprese già in corso. Altri mesi di chiusure senza alcuna certezza per il futuro andrebbero ad infliggere un nuovo e ancor più doloroso colpo al settore della ristorazione”.

Il documento chiede anche un'accelerazione delle vaccinazioni e che gli operatori (titolari e personale) vengano inseriti fra le categorie prioritarie una volta terminata la messa in sicurezza delle fasce esposte a maggior rischio, anziani e categorie fragili.

Gli artigiani sottolineano “l’esigenza di bilanciare salute e iniziativa economica nel campo della ristorazione” e ricordano che “il solo comparto degli eventi rischia di vedere sfumati quasi due anni di fatturato, dal momento che la pandemia sta stravolgendo l’intera programmazione 2021” mentre più in generale avvertono che “la chiusura di un altro mese può valere, da sola, una parte dirimente del fatturato. Il che vuol dire che la sopravvivenza di molte attività della ristorazione è messa duramente alla prova”.

In dettaglio si chiede che il cosiddetto “coprifuoco” sia spostato alle 23, e che anche dopo le 18 si possa in ogni caso effettuare il consumo al tavolo, con l'ingresso su prenotazione, in un orario congruo (ad esempio entro le 21), con la chiusura dei locali alle 23. 

All'atto della prenotazione dovranno essere inoltre specificati tutti i dati necessari a garantire la più precisa tracciabilità dei clienti, fermo restando che al medesimo tavolo non potranno sedere più di 4 persone. Allorché conviventi, si potrà raggiungere un numero di persone non eccedente il limite di 8. Infine si prevede che la documentazione attinente alla registrazione di chi, in concreto, entra nel locale in qualità di cliente dovrà essere conservata dall’esercizio per 14 giorni, così da poter essere trasmessa all’Autorità competente, nell’eventualità in cui ne emerga la materiale esigenza.

Modifiche alle disposizioni si chiedono anche per quanto riguarda specificamente le cerimonie e gli eventi. “Si tratta – termina Piervenanzi - di un pezzo di economia che reclama immediata programmazione e ripartenza. Tale proposta è limitata al momento alle cerimonie civili e religiose, e agli eventi intesi come congressi, convegni e simili” ai quali si chiede di applicare lo stesso regime dei ristoranti, mentre sin d’ora è necessario “studiare un formato organizzativo suscettibile di essere replicato con successo in ordine a quelle manifestazioni che presuppongono lo svolgimento di banchetti e buffet, nonché l’effettuazione di servizi catering.”


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