Attualità venerdì 05 giugno 2020 ore 11:31
Il robot chirurgico torna a casa dopo il Covid
Il robot 'Da Vinci' è stato riportato all'ospedale San Donato dopo essere rimasto dal 21 marzo al Centro Chirurgico Toscano a causa dell'emergenza
AREZZO — Oltre due mesi trascorsi 'fuori casa' cioè fuori dall'ospedale San Donato dove è di stanza dal 2010 per il robot chirurgico 'Da Vinci' che è rimasto bloccato al Centro Chirurgico Toscano dal 21 marzo a causa dell'emergenza Covid. Bloccato si fa per dire perchè, si legge in una nota della ASL, nel corso della trasferta il robot ha eseguito 66 interventi con successo. Nel complesso, dal 2010, ne ha eseguiti 4.000, con una media di 400 all'anno.
Il sistema con cui è stato progettato il robot consente di accedere all'interno del corpo della persona che deve essere operata attraverso piccoli fori di circa 8 millimetri. Il chirurgo lavora da remoto attraverso un visore e un joystick simile a quello dei videogiochi che elimina l'inevitabile tremore delle mani.
“Il robot permette di avere strumenti miniaturizzati che si muovono con una precisione millimetrica poiché non trasmettono il fisiologico tremore delle mani dell’operatore e la visione del campo operatorio è tridimensionale e magnificata – ha detto Marco De Prizio, Direttore chirurgia Arezzo.
''Il robot ha cambiato il modo di pensare la chirurgia - ha aggiunto Michele De Angelis, direttore di urologia - E’ stato creato un approccio diverso capace di unire i vantaggi della chirurgia laparoscopica e di quella tradizionale. Maggiore rapidità nella ripresa del paziente e migliori risultati”.
“La chirurgia robotica – ha poi sottolineato il direttore generale della Asl Toscana Sud Est Antonio D’Urso – è stata sempre seguita con molta attenzione, sia dalla Asl che dalla città. Rappresenta un elemento di valorizzazione del San Donato all’interno del quadro complessivo delle chirurgie e il suo rientro in questa struttura è la conferma di come il potenziamento e l’ulteriore qualificazione dell’ospedale aretino sia una scelta strategica dell’Azienda per gli anni Venti”.
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