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Sport venerdì 12 gennaio 2024 ore 10:00

​Vezzosi nominato Allenamento Benemerito

L’esperto allenatore ha ricevuto il prestigioso riconoscimento conferito dal Consiglio Federale. Dal 2015, Vezzosi è impegnato al servizio della SBA



AREZZO — Umberto Vezzosi è stato nominato Allenatore Benemerito di pallacanestro. L’esperto tecnico, dal 2015 alla Scuola Basket Arezzo, ha ricevuto il massimo riconoscimento assegnato dal Consiglio Federale come premio e come segno di gratitudine per oltre quarant’anni di impegno al servizio dello sviluppo e dell’immagine dello sport. Impegnato oggi come responsabile tecnico della società aretina, Vezzosi è tra i più vincenti e apprezzati allenatori del basket giovanile italiano con tante finali scudetto, con la collaborazione con la nazionale e con la scoperta di alcuni dei migliori atleti del panorama tricolore. «Voglio credere che la più alta motivazione della benemerenza sia per aver portato valore alla pallacanestro e aver contribuito con principi morali e onestà a valorizzare il ruolo di allenatore - avvia Vezzosi. - Si tratta di un riconoscimento inaspettato per cui ringrazio la Federazione Italiana Pallacanestro, il presidente Giovanni Petrucci, il Comitato Regionale Toscano e il suo presidente Massimo Faraoni, il Comitato Allenatori Nazionale e Regionale, e tutti coloro che hanno proposto e approvato la mia nomina ad Allenatore Benemerito».

La carriera da allenatore di Vezzosi ha preso il via nel 1981 al Poggibonsi Basket portato da Fernando Jacopozzi, prima dei passaggi alla Mens Sana Siena chiamato da Luca Finetti, alla Galli San Giovanni Valdarno, all’Abc Castelfiorentino dove ha ricevuto da Nedo Betti il primo ruolo di grande responsabilità tecnica, alla Virtus Siena del presidente Fabio Bruttini dove è rimasto per ben sedici anni e, infine, alla Scuola Basket Arezzo in virtù dell’incondizionata fiducia del presidente Mauro Castelli. Questo cammino è stato arricchito dall’incontro con personalità della pallacanestro tricolore quali il consigliere federale della Toscana Fosco Carloni che ha permesso al tecnico di trovare soddisfazione e valorizzazione anche a livello regionale, Roberto Di Lorenzo per la chiamata con le nazionali giovanili nel 1989 e Gaetano Gebbia per la possibilità di partecipare a due Campionati Europei. La formazione di Vezzosi è avvenuta al fianco di alcuni dei più stimati allenatori a livello regionale, nazionale e internazionale, da cui ha tratto ispirazione e consigli: dai primi passi con i corsi di Tonino Zorzi alla visione innovativa di Gianfranco Lombardi, dall’incontro con l’ex tecnico della nazionale italiana Valerio Bianchini alla creatività di Mario De Sisti, dai momenti di alta specializzazione con Ettore Messina alla capacità di osservare e far crescere i giovani di Bogdan Tanjević. Un ulteriore stimolo a un continuo studio e miglioramento è arrivato dalla possibilità di competere con allenatori del calibro di Consolini, Sanguettoli, Danna, Carasso, Menozzi e D’Arcangeli, mentre un contributo importante è arrivato anche dalle amicizie con Luca Banchi (attuale tecnico della Virtus Bologna e commissario tecnico della nazionale lettone) e con due colonne portanti del basket italiano quali Carlton Mayers e Flavio Tranquillo da cui ha appreso il valore dell’umiltà. «La benemerenza - continua Vezzosi, - è un’occasione per esprimere la mia gratitudine verso le società e i giocatori che ho allenato, verso i dirigenti che hanno riposto in me la loro fiducia, verso i tanti allenatori con cui ho collaborato e a cui mi sono ispirato. Grazie a tutte le persone che ho incontrato in questo lungo percorso con la consapevolezza che il viaggio sia più importante della meta. Infine una citazione alla componente più importante, cioè la mia famiglia: mia moglie Roberta e le mie figlie Elena ed Elisa che presto mi renderà nonno di Ginevra. Ho iniziato ad allenare nel 1981 e, in questo percorso, ho sempre cercato di riconoscere il talento anche nelle altre persone e credo di aver contribuito alla carriera di cestisti, allenatori e dirigenti per quello che poteva essere e quello che potevo fare. Dopo quasi quarantatre anni di attività, ho ancora una forte voglia di aggiornarmi e imparare nuove cose che sono una forte leva a continuare a guardare al futuro».


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