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Attualità martedì 27 settembre 2016 ore 12:32

Violante in città per il Comitato Basta un Si

Venerdì 30 settembre, l'ex presidente della Camera dei Deputati sarà intervistato dal giornalista di Sky TG24 Marco Di Fonzo



AREZZO — Venerdì 30 settembre, alla Borsa Merci di Arezzo, in piazza Risorgimento, alle 18, Luciano Violante, già presidente della Camera dei deputati e della Commissione parlamentare antimafia, sarà intervistato dal giornalista di Sky TG24 Marco Di Fonzo su «La riforma costituzionale». L’evento è stato organizzato dal Coordinamento Comitato per il Sì al referendum. Introduce Marcello Caremani, presidente del Comitato Basta un Sì Arezzo.

Proprio Luciano Violante ha scritto alcune settimane fa sull’Huffington Post sul tema della riforma e del referendum: «È in discussione il futuro del Parlamento, del Governo, delle Regioni e di alcuni moderni diritti di partecipazione dei cittadini. L’instabilità, dodici governi negli ultimi venti anni, verrà finalmente superata? Cesserà il dominio del Governo sul Parlamento con la sequenza decreti legge-maxiemendamenti-fiducia? Le grandi infrastrutture strategiche saranno finalmente decise a livello centrale? Si potranno riattivare forme di partecipazione dei cittadini alle decisioni politiche?».

«La riforma risponde positivamente a questi interrogativi – continua Violante – Poiché una delle grandi difficoltà delle democrazie occidentali è costituita dalla estraneità dei cittadini alla politica, dovrebbe essere particolarmente sottolineata quella parte della riforma che riconosce il diritto dei cittadini al referendum propositivo e a vedere prese in esame entro un determinato termine le proposte di legge di iniziativa popolare, che oggi finiscono in un cestino. Si tratta di novità che, insieme a una nuova legge elettorale che non sacrifichi la rappresentanza dei cittadini, potrebbe riattivare il circuito virtuoso tra società e politica».

«La riforma – conclude Luciano Violante, docente e politico – pertanto tende a rispondere all’allarme di molti costituenti, da Calamandrei a Mortati, portando in Costituzione quelle regole della stabilità e della funzionalità che erano state tenute fuori e affidate ai partiti».


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