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Attualità mercoledì 28 ottobre 2015 ore 11:08

Carni toscane fresche e lavorate tradizionalmente

Alberto Rossi, presidente della Federcarni Confcommercio Toscana, interviene sull’allarme delle carni rosse sulla salute lanciato all’Oms



AREZZO — Rossi afferma che con la notizia sulle carni rosse ci sia la necessità di creare scalpore e allarme. “Si generalizza passando dall’hot dog al prosciutto, dalle salsicce alle carni rosse lavorate, e i titoli attaccano anche la carne rossa in genere. Leggendo meglio si capisce che le carni incriminate in realtà sono soltanto quelle lavorate cotte a lunga conservazione: würstel, insaccati, salumi trattati con conservanti e prodotti chimici”- dice Rossi.

E poi si chiede: “Ma davvero i toscani mangiano tutta questa roba? O si concedono invece un buon salame e un bicchiere di vino in famiglia proprio quella sera della settimana in cui non c’è tempo di cucinare, e allora si prepara una bella insalata e si tira fuori il tagliere? Chi è che tutte le mattine, al risveglio, mangia pancetta affumicata chimicamente?

I macellai toscani escono anche stavolta a testa alta. Nelle nostre botteghe artigiane sui nostri banchi, preparati con cura certosina, non troverete prodotti conservati dubbi e nocivi, ma soltanto carni fresche provenienti da piccoli allevamenti locali che producono pochi capi con criteri tradizionali e finalizzati esclusivamente alle macellerie (guardate i certificati di tracciabilità esposti nei negozi) – continua Rossi - Sono carni sane dalle quali poi ricaviamo ottimi pronti a cuocere che hanno un massimo di cinque giorni di scadenza, oppure carni cotte in proprio che devono esser consumate entro i tre giorni, insaccati freschi come le celebri salsicce toscane, preparate minimo due volte a settimana, e infine gli insaccati stagionati con piccole partite che vanno da 20 a 50 kg di prodotto. Vuoi per la qualità delle carni, vuoi per i tempi di consumo, queste nostre “carni lavorate” non hanno alcun bisogno di conservanti e tantomeno di prodotti chimici. Con Federcarni Confcommercio Italia abbiamo per altro intrapreso un percorso di aggiornamento e formazione affiancato da una biologa nutrizionista in modo da continuare la tradizione della macelleria adattandola alle necessità della alimentazione contemporanea”.

Infine Rossi conclude dicendo: “Le comunicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono di grande importanza per dissuadere da abitudini scellerate chi è tentato dal prezzo contenuto di prodotti inscatolati di dubbia provenienza e qualità scadente. La qualità e la freschezza delle carni fresche come di quelle preparate, la grande varietà della nostra alimentazione, nonché la sapienza di tante famiglie toscane che fanno la classica spesa, se non giornaliera, ogni due o tre giorni, dal macellaio di fiducia garantiscono contro i rischi paventati in questi giorni. A volte spendere un euro in più per acquistare un prodotto sicuro, sano, tracciato e buono vale proprio la pena”.


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