Attualità domenica 17 maggio 2020 ore 10:45
Ripartono le Messe, don Adriano "scalda" i motori
E' il parroco di Castiglion Fibocchi, rappresenta un punto fermo per l'intera comunità. Prete dinamico, aggregatore e sempre vicino alla sua gente
CASTIGLION FIBOCCHI — Parlare con don Adriano non è mai banale e neppure semplice perché di cose da fare ne ha sempre molte. Chi si aspetta il classico prete di campagna non lo conosce. Lui è dinamico, indaffarato, iperattivo, al passo con i tempi. Un uomo tra gli uomini, tra la sua gente. Insomma, don Adriano come lo definiscono i castiglionesi è "uno di noi".
"Ammetto di essere un po' emozionato - afferma don Adriano - lunedì alle 17,30 riprendiamo con le funzioni religiose. Prima il Rosario e poi torno a celebrare la Messa e questo mi riempie il cuore di gioia".
La Chiesa è già pronta, addobbata, sono già stati segnati anche i posti per i fedeli. "Con il geometra abbiamo preso le misure, lui con il metro ed io con il nastro adesivo abbiamo messo le crocettine sulle panche, garantendo la distanza minima tra le persone di 1,5 metri, possono entrare una sessantina di persone. Ma non mi chieda come faccio a dare la comunione, ci sto lavorando e ancora non ho trovato i guanti giusti, in caso porterò dietro l'Altare un flacone di gel igienizzante".
Don Adriano ha già tappezzato il paese con fogli e volantini che annunciano la ripresa delle funzioni e non sta nella pelle per ricominciare. E' vero che lunedì tornerà a celebrare la messa ma i grandi preparativi sono per la domenica, quando il parroco inizia di buon ora a Gello Biscardo dove mette la musica e recita qualche preghiera in piazza con fedeli, poi va a Meliciano, Cafaggio, Casavecchia e alle 12 a Castiglion Fibocchi a dire Messa, per poi "scappare" di corsa a Pieve San Giovanni atteso dai fedeli. Insomma, un tour de force che tanto piace al parroco.
Ma don Adriano il ritmo non l'ha mai perso. Lui ha sempre suonato le campane della Chiesa perché la gente doveva sentire la presenza della parrocchia in questi giorni di difficoltà. "Ai fedeli - afferma il parroco- ho detto che quando dalle loro case sentivano i rintocchi della sera dovevano recitare una preghiera, e questo ha rappresentato un modo per stare insieme, uniti nella difficoltà e nella fede. Poi tutti i giorni telefono alla gente. Molti mi ringraziano ma per me è un gesto normale, voglio sapere come stanno i miei compaesani, chiamo anche delle persone del Trentino che vengono in villeggiatura da noi. Tutti devono sapere che ci sono e che non ci dimentichiamo di nessuno. Qualcuno si è perfino voluto confessare al telefono".
Don Adriano non si è mai fermato, nemmeno durante il Covid e ne ha "inventate" di tutti i colori. Sì, perché per Pasqua le famiglie deveno ricevere l'Acqua Santa in casa. Così "ho montato sulla mia Ape un vecchio mangianastri del 1971 (regalo del fu Partito Comunista ndr) e collegandolo ad un megafono ho benedetto le abitazioni direttamente dalla strada".
Inoltre si è reso protagonista di un gesto encomiabile. Alcuni benefattori del posto gli hanno consegnato dei soldi da distribuire a chi ne aveva più bisogno e lui, dopo essersi accuratamente informato e senza farsi vedere da nessuno, ha imbucato nelle cassette della lettere delle persone in difficoltà delle buste con il denaro.
Insomma, un prete che prima di tutto è un uomo che vuol bene al suo paese e alla sua gente e che da lunedì' sera tornerà a fare quello che più ama: accogliere i castiglionesi in Chiesa dandogli una bella benedizione.
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