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Attualità martedì 02 marzo 2021 ore 18:40

Commemorazione Petri, Castiglioni ricorda l'Eroe

Sono passati 18 anni da quando il Sovrintendente delle Polizia perse la vita per difendere il Paese e le istituzioni dalle nuove Brigate Rosse



CASTIGLION FIORENTINO — L'emozione è tanta. Nonostante le misure anti-contagio impediscano la presenza della gente, davanti alla Stazione di Castiglion Fiorentino si respira un'aria solenne e per certi versi di forte unità nazionale nel giorno della commemorazione di Emanule Petri, ucciso il 2 marzo 2003 dai brigatisti Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi dopo lo scontro a fuco avvenuto sul treno regionale Roma-Firenze.

Il picchetto d'onore della Polizia salute le autorità. Sono presenti il sottosegretario agli Interni Nicola Molteni, il delegato del capo della Polizia Armando Nanei, il prefetto di Arezzo, il Questore, il comandante dei Carabinieri, il Procuratore capo della Repubblica, l'Arcivescovo della diocesi di Arezzo-Sansepolcro, il vicepresidente del Consiglio regionale. Tutti ospiti illustri, accolti dal sindaco di Castiglion Fiorentino Mario Agnelli che nel suo discorso ha ricordato come una semplice piazza della stazione sia diventata un punto di riferimento per l'intera comunità ma anche per l'Italia grazie al gesto eroico compiuto da un uomo che faceva il suo dovere. 

Particolarmente toccante il discorso di Tommaso, un bambino in rappresentanza del Consiglio comunale dei giovani. Lui all'epoca dei fatti non era nato ma ha capito quanto sia stato importante per l'intero Paese il sacrificio estremo di Emanuele Petri. Tommaso è figlio di un poliziotto e si è rivolto alla signora Alma, vedova del Sovrintendente della Polizia ucciso dalla nuove Brigate Rosse, esprimendo con immensa dolcezza quel timore che ogni giorno lo accompagna nel sapere suo padre impiegato in un'attività così rischiosa.

Armando Nanei, ex Questore di Firenze e oggi alto dirigente della Polizia, ricorda come quella odierna sia una giornata molto importante per la Polizia.
"Emanuele Petri non era solo un servitore dello Stato. E' il poliziotto che insieme ai suoi colleghi, toccati per tutta la vita da questa vicenda, ha permesso di sgominare una banda di terroristi pericolosi. E' un eroe, perché senza il suo enorme sacrifico molte altre persone sarebbero incappate in quell'atroce dolore che accompagna da 18 anni la famiglia Petri".

Il sottosegretario Molteni ha portato i saluti istituzionali a tutta la comunità castiglionese ed ha sottolineato l'immenso onore nel partecipare ad una celebrazione così importante. Il viceministro ritiene che in certi momenti debbano parlare cuore ed emozioni.  
"È doveroso, necessario ed importante, in un momento come questo, in un momento di sacrificio e di sofferenza, riaffermare il principio delle Istituzioni. Il Viminale è il cuore pulsante della democrazia del paese e all’interno dello stesso ho imparato ad amare e rispettare la Polizia di Stato che gode della fiducia e della stima del cittadino. Il dovere delle Istituzioni e della Comunità è quello di tramandare il ricordo, la memoria e questi principi per la costruzione e il futuro della nostra società".

La cerimonia si è conclusa con la deposizione di una corona di alloro davanti al cippo che ricorda il Sovrintendente Emanule Petri. La signora Alma, stretta tra il Questore di Arezzo e il delegato della Polizia, ha assistito fiera ed emozionata e alla fine ha stretto tra le mani la fascia porpora che cingeva la corona con la scritta Polizia di Stato. Più in disparte il figlio Angelo Petri, anche lui orgogliosamente poliziotto.


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Il sottosegretario Molteni alle celebrazioni in ricordo di Emanuele Petri
Il sindaco Agnelli alle celebrazioni in ricordo di Emanuele Petri

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