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Sport lunedì 24 maggio 2021 ore 09:54

La panchina dell'Arezzo a Mariotti

L'ex vice di Gustinetti è in pole per la panchina amaranto, arriva in Toscana dopo la serie D in Sardegna



AREZZO — In settimana verrà ufficializzata la panchina amaranto, l’uomo che avrà l’arduo compito di riportare l’Arezzo tra i professionisti.

Nella conferenza stampa di venerdì scorso De Vito ha fatto capire che la scelta del nuovo mister è cosa fatta. Mister e staff tecnico sono stati scelti e d’ora in avanti Direttore sportivo e tecnico lavoreranno in totale armonia per allestire una rosa “competitiva”.

Allenatore di categoria che sposa pienamente la causa amaranto con la voglia e determinazione di fare bene senza alcuna possibilità di errore. Queste sono le caratteristiche richieste dalla società, in particolare quelle che vuole De Vito.

Dunque quale il profilo corrispondente alle premesse di cui sopra? Quello di Marco MariottiTutti gli indizi portano a lui anche se ancora nulla trapela da parte della società.

Marco Mariotti è un classe 1961 trevigiano in possesso di Licenza Pro UEFA. Il modulo che predilige è il 4-3-2-1. Mister Mariotti ha iniziato la carriera da allenatore nel 2009 a Grosseto come vice di un ex amaranto Elio Gustinetti. L’indiziato numero uno per la panchina amaranto segue Gustinetti per tre stagioni a Grosseto, Ascoli, Spezia per finire a Lecce nella stagione 2012/2013 ultima tappa accanto a Gustinetti.

L’esordio in panchina come capo allenatore alla Nuorese nel 2014/2015 dove resta fino a maggio 2017. Successivamente siede sulla panchina di Albalonga, Monterosi, Torres e Carbonia. Sono 217 le panchine con una media punti di 1,76 a partita. Le vittorie collezionate sono 107, i pareggi 60 mentre le sconfitte 50.

Il nome caldo per la panchina amaranto approda ad Arezzo per la prima volta nella serie D Toscana. Qualunque sarà il girone dell’Arezzo il livello di difficoltà sarà sicuramente superiore a quelli affrontati fino ad oggi. La Toscana terra di acceso campanilismo, rivalità storiche, si sommano ad avversari che faranno di tutto per raccogliere a se i riflettori contro un avversario chiamato Arezzo.

Il nuovo mister, accettando la sfida amaranto, conosce le responsabilità e la pressione a cui dovrà far fronte insieme ai giocatori. Dopo una retrocessione occorre subito creare empatia con la piazza, ricostruire fiducia e amore verso la squadra.

L’unica strada percorribile è quella del gioco e dei  risultati, un campionato di vertice per conquistare una promozione “quasi” obbligata che la città e tifosi chiedono senza mezze parole.

Servono unità d’intenti perché le difficoltà per affrontare la serie D sono grandi ma tutti, fin dall’inizio, devono remare nella stessa direzione tenendo bene a mente che i margini di errore sono ridottissimi per non dire inesistenti.

I tifosi intanto hanno redatto il “Manifesto per il futuro dell’Arezzo”. Manifesto dove chiedono un cambio di passo per riconquistare subito la serie C. Cinque punti per richiamare l’attenzione: perseguire la strada del ripescaggio, programmazione, squadra competitiva, investimento su strutture e settore giovanile, coltivare il legame con la città per ricostruire un rapporto. 


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