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Attualità giovedì 11 marzo 2021 ore 09:05

"No alla DAD" domani scende in strada

Manifestazione di "Priorità alla scuola Arezzo" sotto i Portici di via Roma. Nella lettera a Ghinelli scrivono: "Le nostre case non sono la scuola"



AREZZO — Dopo le richieste di chiarimenti e gli striscioni appesi alle finestre delle case, domani è in programma la manifestazione "No alla DAD". La organizza il gruppo "Priorità alla scuola Arezzo", che ha inviato una lettera al sindaco Ghinelli per informarlo dell'iniziativa. Si terrà domani venerdì 12 marzo dalle 9 alle 12 sotto i Portici di via Roma ad Arezzo. 

"All'aperto in sicurezza, con distanziamento sociale, mascherine, insieme ai nostri figli per dimostrare che nessuno può fare a meno della scuola. Scenderemo in strada perchè le nostre case non solo la scuola" scrivono a Ghinelli.  

E proseguono così nella lettera: "Lo dobbiamo ai nostri bambini ragazzi e adolescenti. Lo dobbiamo a noi genitori nonni e parenti, preoccupati per il futuro delle nuove generazioni. Lo dobbiamo a tutti coloro che ancora credono nell'importanza del diritto all'istruzione come cardine della vita democratica. Tenere le scuole aperte o chiuse è una scelta politica, prima ancora che sanitaria, una scelta che racconta il tipo di paese, città in cui viviamo. Le chiediamo questo - continua la lettera - anche perchè oggi siamo a dodici mesi dalla prima chiusura delle scuole nel 2020, e ormai conosciamo bene i danni che questa situazione ha provocato a bambini, bambine, ragazze e ragazzi. E quasi nulla dopo 12 mesi è stato fatto, se non il singolo impegno di qualche scuola e dirigente scolastico".

Secondo "Priorità alla scuola Arezzo", questa esperienza di dodici mesi ha dimostrato che bambini e ragazzi, non solo i più piccoli, "si vedano i dati recenti della Federazione Degli Studenti", non sono in grado di gestire la didattica a distanza né da un punto di vista organizzativo né emotivo, e questo ha un impatto enorme sulle famiglie.

"Tutte le famiglie condividono le stesse difficoltà, ma sappiamo che sono quelle più fragili – sul piano sociale, economico, culturale – a pagare di più. Le conseguenze della chiusura di ogni ordine e grado di scuola, di nuovo, si riverseranno inevitabilmente sulle famiglie, già vessate psicologicamente ed economicamente, costringendo soprattutto le donne a ulteriori sacrifici. Alcuni saranno costretti a far ricorso ai nonni, proprio quella categoria considerata fragile e a rischio, ma su cui moltissime famiglie si appoggiano non potendo fare diversamente. Si aggiunga che la Regione Toscana ha fortemente voluto sostenere l’apertura delle scuole, dimostrandolo con i fatti: lo attesta la campagna vaccinale per il personale scolastico che ha già raggiunto una altissima percentuale dei lavoratori e lavoratrici del mondo della scuola".

La lettera si conclude dichiarando che "vaccinare una categoria e poi lasciarla a casa, mentre altre – non contemplate tra le priorità del piano vaccinale – continuano a lavorare a continuo contatto con la collettività costituirebbe un atto incomprensibile e sconcertante".


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