Guerra e pace in funivia
di Blue Lama - domenica 08 ottobre 2023 ore 01:00
La scorsa estate è entrata prepotentemente nella mia personale top ten dei posti assurdi la DMZ, la zona demilitarizzata che fa da cuscinetto fra la Corea del Nord e la Corea del Sud, separate a partire dal 1953 dopo tre anni di un atroce conflitto sospeso da un armistizio ma mai concluso con un trattato di pace.
La DMZ è una striscia lunga 257 chilometri e larga 4 e si può visitare con tour organizzati in partenza da Seoul. Considerata un obiettivo militare ad alto rischio per le pressanti minacce nucleari della Corea del nord, a dispetto del nome è delimitata dalle due linee di confine più militarizzate del mondo: interminabili, triple recinzioni di filo spinato con torrette di avvistamento, check point, carri armati, soldati.
Fra le due linee di confine c'è una foresta subtropicale tornata felicemente vergine: gli esseri umani non ci mettono piede da 70 anni e quindi ha proliferato una biodiversitá eccezionale, con animali in via di estinzione che si riproducono spensierati e, secondo alcuni studiosi, forme di vita sconosciute. Un posto assurdo, appunto, che in quanto tale è diventato un'attrazione turistica.
Dopo un’ora di pullman, si arriva al villaggio di Paju dove ha sede l'Imjingak Park, dal nome del fiume che scorre lì davanti. Siamo sul lato della Corea del sud e il sito è costellato da monumenti e simboli che inneggiano alla pace e alla riunificazione delle due Coree, un po' memoriale, un po' parco a tema.
Ci sono anche il ponte della libertà e i binari del treno della pace, storico collegamento interrotto anni fa. Funziona invece a pieno ritmo una stupefacente funivia battezzata Peace Gondola (sì, la parola gondola è proprio in italiano) che da Paju scavalca il fiume fino a un'ex base militare degli Stati Uniti, oggi frequentata solo dai turisti per la vista panoramica sulla DMZ.
Nella ex base militare si possono scattare foto surreali fra girandole colorate, statue di cerbiatti e leziose installazioni a forma di mela con, sullo sfondo, il cartello: "CAMPI MINATI".
Il tour prosegue con la discesa in uno dei quattro tunnel scavati dai nordcoreani fra il 1954 e il 1991 nel tentativo, andato sempre a vuoto, di conquistare Seoul. Infine la visita dell'osservatorio Dora, dalla cui terrazza si rimirano le colline della Corea del nord e, in lontananza, il profilo dei palazzi dell'antica capitale Kaesong.
Chi accetta di abitare nella DMZ è esentato dal pagamento delle tasse e dal servizio militare, che dura 18 mesi. Come incentivo alla residenza mi sembra il minimo, visto che si vive nel mirino dei lanciamissili 24 ore su 24. Nel villaggio di Tongil Chon ci sono ancora alcuni civili ma la tensione è sempre più alta, con impennate a ogni proclama intimidatorio del dittatore nordcoreano Kim Jong-un. E lui è un tipo che esterna di frequente.
Come vivono i sudcoreani questa situazione? Apparentemente sono sereni: hanno uno spiccatissimo senso dell'ironia, per strada ridono forte e il loro è un Paese moderno, che incentiva la lettura, la musica, l'arte, con servizi efficienti. Ma sotto sotto qualcosa non va: in giro si vedono pochi bambini e, proprio nell'ultimo giorno di viaggio, ho scoperto che il tasso di fertilità è uno dei più bassi del pianeta, 0,7 figli per ogni donna. In Italia, per dire, siamo messi meglio, da noi il tasso è 1,2. Ma c'è poco da stare allegri: restiamo fra i popoli meno prolifici d'Europa e non abbiamo neanche la scusa della guerra.
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Blue Lama