Attualità sabato 05 febbraio 2022 ore 18:30
Ghinelli con i sindaci toscani da Papa Francesco
Delegazione in udienza dal Pontefice che ha detto "per risolvere i problemi non bastano i finanziamenti, serve anche un progetto di convivenza civile"
AREZZO — “Una grande emozione per tutti noi. Le parole del Santo Padre sono un monito e una guida per tutti coloro che hanno la grande responsabilità di amministrare un Comune, credenti e no. Ne faremo tesoro”. Così Matteo Biffoni, presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato, che ha guidato la delegazione toscana all’udienza da Papa Francesco che si è tenuta stamani in Vaticano, nella sala Clementina. Erano presenti oltre 120 tra sindaci, consiglieri e rappresentanti delle Associazioni regionali; tra loro, anche il primo cittadino di Arezzo, Alessandro Ghinelli. Infatti non ha preso parte alla Cerimonia di premiazione dei Giostratori, al suo posto l'assessore Simone Chierici.
Lo stesso Ghinelli aveva avuto un'altra straordinaria esperienza con il Pontefice durante il primo mandato. La Giostra del Saracino dedicata al Giubileo della Misericordia era stata presentata al cospetto di Papa Bergoglio e la Lancia d'Oro era stata esposta ai Musei Vaticani.
Tornando all'evento di oggi “a volte ci s'illude che per risolvere i problemi bastino finanziamenti adeguati. Non è vero - ha detto il Papa durante l’udienza .- Occorre anche un progetto di convivenza civile e di cittadinanza: occorre investire in bellezza laddove c'è più degrado, in educazione laddove regna il disagio sociale, in luoghi di aggregazione sociale laddove si vedono reazioni violente, in formazione alla legalità laddove domina la corruzione. Saper sognare una città migliore e condividere il sogno con gli altri amministratori del territorio, con gli eletti nel consiglio comunale e con tutti i cittadini di buona volontà è un indice di cura sociale.
La stessa politica di cui siete protagonisti può essere una palestra di dialogo tra culture, prima ancora che contrattazione tra schieramenti diversi. La pace non è assenza di conflitto, ma la capacità di farlo evolvere verso una forma nuova di incontro e di convivenza con l'altro".
A parlare a nome di tutti i primi cittadini è stato il presidente di Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro. “I due anni che abbiamo alle spalle sono stati anni di lutti e di dolore non solo per l’Italia, ma per tutto il mondo. Anche noi abbiamo avuto paura, Santità. Non ci vergogniamo a dirlo. Eppure noi, anche per la responsabilità che abbiamo, questa paura sapevamo di doverla vincere e l’abbiamo vinta”. Infine Decaro ha rievocato la figura di Giorgio La Pira, grande sindaco di Firenze. “credo che l’esperienza di La Pira come sindaco, simboleggi alla perfezione, sia pure a un livello che nessuno di noi può aspirare a raggiungere, quell’insieme di concretezza necessario per uscire dalle esperienze più drammatiche".
E sulla stessa scia Ghinelli ha commentato "paternità, periferia, pace, le tre parole che il Papa ha affidato a noi sindaci. Paternità/maternità perché il sindaco è come il padre di una comunità, è colui al quale ci si affida per le difficoltà incontrate, c'è sempre, ci si può fidare di lui. Periferia, che ci consente di vedere l'intero, che dobbiamo rigenerare e far crescere, nella quale troviamo i nostri figli spesso più deboli, e alla quale ridonare bellezza. La pace, perché le crisi non si trasformino in conflitti. Tutto questo insieme al ricordo di un grande sindaco: Giorgio La Pira, il messaggio che ci ha scaldato il cuore".
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