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venerdì 06 dicembre 2024

TURBATIVE — il Blog di Franco Bonciani

Franco Bonciani

Franco Bonciani, fiorentino, tecnico, docente e dirigente sportivo, gestore di impianti natatori. Con uno sguardo attento e scanzonato su quello che gli succede attorno

Più banane per tutti

di Franco Bonciani - martedì 10 dicembre 2019 ore 15:15

Franco Bonciani

La banana di Maurizio Cattelan, esposta recentemente all’Art Basel di Miami e valutata la bellezza di 120mila euro, è forse il frutto più caro dai tempi di Adamo ed Eva, quando una mela costava l’ira d’Iddio.

In effetti, per un’opera d’arte che sembrerebbe rientrare nella categoria “questo riesce anche a me”, con materiale facilmente reperibile anche al supermercato (una banana, appunto, e cinquanta centimetri di american tape), dal costo non superiore a un euro, quei centoventimila euro sembrano tanti.

Magari lo sono ma si potrebbe sostenerlo per molte cose: certo che è impossibile dare valore a un qualcosa che viene classificato come arte in base al costo della materia prima. Un quadro di Caravaggio allora potrebbe costare poche decine di euro, tela e colori, un po’ di mano d’opera, si potrà sapere…

Se una banana l’avessi attaccata io alla parete di casa o in piscina, sarebbe finita con il sottoscritto che rischia un TSO e le pernacchie di amici e parenti. Ma quando l’arte (Cattelan non è nuovo a performance del genere) mira alla provocazione e far parlare di sè, allora il discorso cambia.

Ed è andata proprio così: prime pagine dei giornali, servizi in televisione, rilanci sui social, polemiche, commenti, spesso sprezzanti, battute a volte anche divertenti, altre meno. Si segnala quella di Vittorio Sgarbi, che allude alla banana appesa alla parete come una ammissione di desistenza sessuale da parte di Cattelan (“ci sta dicendo che non scopa più"): Vittorio si becca i suoi like ma secondo me stavolta la “capra” è proprio lui!

Se si deve misurare il successo di un’opera d’arte e il suo essere oggetto artistico sulla base di quanto riesce ad interessare e coinvolgere, e magari far ragionare (non sarebbe male), la banana di Cattelan è un trionfo.

Se, come mi piace pensare, il valore di questa provocazione sta nel fatto che questa sia clamorosamente riuscita, facendo parlare a dismisura di un oggetto banale, ci sono alcune considerazioni da fare.

Si è parlato del nulla.

Una banana che può essere un semplice frutto, magari un simbolo fallico, oppure un qualcosa sul quale è possibile scivolare, se si lascia la buccia per terra. Comunque un qualcosa di scarso valore “concreto”.

Capita spesso di assistere a discussioni sul nulla. Specie nella triste politica italiana, dove i diversamente tifosi delle varie parti si appassionano a tristissimi dibattiti su tortellini e Nutella, famiglie vere e finte, fidanzati segreti e via di questo passo. Tutte miserie umane alle quali viene data importanza un po’ per vendere qualche copia o contare un click in più, a volte per distrarre le masse buttandola in caciara da problemi più gravi. Basterebbe poco, non parlarne, smorzare la luce dei riflettori su qualche personaggio per mettere in risalto particolari importanti, e i valori, quelli veri.

Se Cattelan voleva farci capire che siamo noi a dare valore a certe persone e situazioni, viva la sua banana: in definitiva, anche se ci ritroviamo circondati da banane, sta a noi farne l’uso migliore. Evitando di scivolare sulle bucce.

Franco Bonciani

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