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giovedì 12 dicembre 2024

INCONTRI D'ARTE — il Blog di Riccardo Ferrucci

Riccardo Ferrucci

Riccardo Ferrucci è nato Pontedera e vive a Calcinaia. Giornalista e critico ha pubblicato numerosi volumi sul cinema e sull’arte. Tra le sue pubblicazioni “Paolo e Vittorio Taviani , la poesia del Paesaggio”, editore Gremese. Ha diretto la rivista letteraria Ghibli ed ha collaborato con importanti istituzioni pubbliche. Attualmente è funzionario della Regione Toscana.

​A Empoli l’annunciazione di Andrea Meini

di Riccardo Ferrucci - giovedì 14 dicembre 2023 ore 08:00

Andrea Meini
Andrea Meini

A Empoli alla Chiesa di Santa Maria a Ripa si può ammirare le cinque opere dedicate all’Annunciazione dal pittore Andrea Meini. Un modo per rileggere in modo moderna una storia religiosa di grande impatto emotivo, con colori e movenze che ricordano la pittura di grandi autori toscani dal Pontormo a Ottone Rosai. Tra questi c’è appunto Andrea Meini, un uomo schivo e appartato ma di grandissima personalità e capacità tecnica. Nelle cinque opere in mostra Meini compie una raffinata rilettura della storia religiosa raggiungendo momenti autentica liricità. Le opere sono esposte nella chiesa di Santa Maria fino a giovedì 7 gennaio. 

Una iniziativa promossa da Alberto Michelucci: le opere affrontano il sogno di San Giuseppe, fuga in Egitto, Annunciazione, Visitazione e Natività, momenti importanti per il mondo cristiano che Meini ha portato nei suoi dipinti. Un mondo religioso che spesso irrompe nell’opera di Andrea Meini uno degli autori toscani più raffinati e La pittura dell’artista toscano nasce dal ricordo, dalla rievocazione di luoghi, filtrati attraverso le corde della memoria e la rielaborazione lirica. Una pittura piena di silenzi, interruzioni, sospensioni. Forse è questo uno dei segreti di un’arte che non grida, ma suggerisce, con discrezione, emozioni e storie. Accanto alle forti cromie la costruzione scenica appare come altro elemento essenziale per modellare la propria visione, dare vita ad un proprio universo compositivo. E’ un viaggio lirico che assume le movenze del sogno, un movimento intimo, con un ritmo sonoro che ha i toni del melodramma, un lontano canto ricco di echi e suggestioni. La leggerezza resta il luogo privilegiato del racconto di Meini che sembra portare nella sua opera la lievità indicata da Italo Calvino nelle sue Lezioni Americane.

Scrive Silvia Bottinelli: “Tutto parte dal Rinascimento. O meglio, da una piccola pittura d'aura cinquecentesca che ci mostra una giovane nuda con un gatto in grembo. Meini la dipinge nel 2002. Tra le curve della mano che accompagna il suo pennello, si sviluppa una riflessione sulla bellezza femminile: secoli fa, nel momento che la civiltà occidentale vede come culla del bello, i canoni estetici volevano donne tondeggianti. Oggi invece, le forme sono un incubo per giovani e anziane. Eppure anche nei corpi abbondanti Meini trova una non banale armonia. Cerca tra le rotondità rifiutate dalle stesse donne che le nutrono, la perfezione formale del "quadrato e del cerchio". Le sue composizioni sempre calibrate si approfittano della pienezza e la trasformano in geometrie incontenibili. Le immagini sono strutturate per piani orizzontali o diagonali che si appoggiano sulle posizioni delle figure. Sono pose naturali, studiate di nascosto come dal buco della serratura. La loro bellezza si rivela e si svela per quello che è. Accompagnata da colori caldi, si veste di toni omogenei solo raramente interrotti da squarci di rossi e di blu intensi. Dietro ai corpi, gli sfondi si sfaldano in spazi quasi astratti. Le atmosfere sono sospese. Il quotidiano di letti disfatti e bagni al mare si blocca in organizzazioni spaziali studiatissime. “

Una pittura piena di sentimenti e passione, con il raro dono di raccontare il sacro con movenze e ritmi assolutamente moderni. Scrive perfettamente Andrea Mancini: “Sono spesso ritratti che occupano per intero il quadro, già di per sé stesso di dimensioni ragguardevoli, sono paesaggi dell’anima, che sembrano non entrare nel recinto comunque limitato dove lavora il pittore. Si pensi a ritratti come quello di Tolstoj, ma anche ad altri dove il colore del fondo, diventa il cuore della figura rappresentata, un’anima che supera la cornice e fa risaltare il volto – ad esempio quello di Primo Levi – che sembra emergere dalla tela.”

Andrea Meini ha lo studio a Empoli e dopo il diploma di maturità artistica e perfezionamento in arti grafiche all’Istituto d’Arte di Porta Romana Firenze, si laurea in Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Firenze sez. Pittura. La sua attività artistica ha inizio nel 1989 con una collettiva “Pellegrini dell’Assoluto” Lucca a cura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Riccardo Ferrucci

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