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giovedì 03 ottobre 2024

PAGINE ALLEGRE — il Blog di Gianni Micheli

Gianni Micheli

Diplomato in clarinetto e laureato in Lettere, da sempre insegue molteplici passioni, dalla scena alla scuola, dalla scrivania alla carta stampata, coniugando il piacere della scrittura con le emozioni del confronto con il pubblico, nei panni di attore, musicista, ricercatore, drammaturgo e regista. Dal 2009 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Toscana riversando nella scrittura del quotidiano le trame di un desiderio di comunicazione in cerca dell’umanità dell’oggi, ispirata dalle doti dell’intelligenza, della sensibilità e della ricerca della felicità immateriale.

​Il punto forte di ciò che è piccolo

di Gianni Micheli - martedì 14 dicembre 2021 ore 07:30

Tra i punti forti di ciò che è piccolo vi è di certo la qualità di attirare l’attenzione, qualora il piccolo venga visto, e una certa curiosità. E di potersi manifestare, oltreché nel piccolo, nel piccolissimo e perfino nell’invisibile. Un’idea, ad esempio, può essere una straordinaria luce accesa sulle ambizioni di ciò che è piccolo pur restando aria della mente.

Se il piccolo, poi, ha il colore e la consistenza dell’oro, associato a buone idee, a matite colorate e all’estrosa sapienza di un artigiano, il passo che porta allo stupore di chi l’osserva è davvero breve. Guardarlo, una sola volta, può bastare.

Capita così che piccole cose, piccoli “gioielli”, per l’uso e per la preziosità del materiale, perdano il loro luogo storico di conservazione, quei consueti astucci morbidi, vellutati, da custodire in cassaforte - certo per chi li possiede -, per guadagnare la vetrina delle sale di un museo. Rinuncino all’utilità dell’essere abbinati ad un corpo e ad un abbigliamento, allo sfoggio di una sera al di là dell’ordinario, per innalzarsi allo status di oggetti d’arte, manufatti del tempo, realizzazioni preziose della storia della società e dell’ingegno umano applicato al piccolo (e al bello).

Di tutto questo è valido esempio l’esposizione recentemente inaugurata presso la Casa Museo Ivan Bruschi di Arezzo dal titolo “Bruno Galoppi. Il design orafo tra gli anni cinquanta e settanta ad Arezzo” a cura di Paolo Torriti. Visitabile fino al 13 marzo 2022, la mostra rappresenta un incontro felice tra la storia di un’idea e la nascita e lo sviluppo di un progetto capace di mettere d’accordo il piccolo con il meraviglioso e l’innovativo del proprio tempo, ciò che può stare sul palmo di una mano con le copertine delle riviste di cinque continenti. Per non dire del valore estetico e conoscitivo di potersi dedicare allo studio e all’ammirazione dei punti forti di un piccolo gioiello senza una particolare idea di possesso, né immaginando una quotazione di mercato, assaporando esclusivamente la storia e la cultura creativa, artistica, artigiana ed operaia di un territorio che con l’oro ha una lunga fratellanza.

Gianni Micheli

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