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domenica 03 novembre 2024

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

​Dizionario (settima puntata)

di Nicola Belcari - lunedì 04 settembre 2023 ore 08:00

Narrazione Il termine narrazione, nell’accezione politica in voga, è impiegato per indicare la presentazione dei fenomeni; di solito è di destra o di sinistra secondo i commenti dei media. I più bravi usano anche la versione storytelling

Qualche accademico riesce a confonderla con narrativa. Il termine ha una sua efficacia e significato. A margine c’è da notare che il racconto ha una componente connotativa di fantasia: così come un tempo per addormentare i bambini si raccontavano le novelle, storie fantastiche e mirabolanti, oggi s’“addormenta” il popolo, poco sovrano ma votante.

Epocale 

Da un certo punto in poi, dopo l’uso che ne fece un personaggio famoso, la parola ha avuto un successo clamoroso; che si spiega anche perché tutti noi siamo gratificati o lusingati da essere testimoni di qualcosa di grandioso e storico. Purtroppo di epocale ci sono solo le fregature. Sono soprattutto le iniziative della politica a gloriarsi di tale sproporzionato aggettivo, non come iperbole come sarebbe giusto aspettarsi, ma con una serietà priva del senso del ridicolo. È questo lo starnuto epocale del politico. Epocale è la mediocrità (un eufemismo) della classe politica che governa il mondo: per noi contemporanei una bella fregatura (non oso usare la parola che sarebbe piaciuta a Diderot e che avrebbe reso meglio l’idea). 

Avvicendamento 

L’avvicendamento ai vertici di enti e organismi di competenza del potere politico, meglio noto con l’inglese “spoils system”, comporta epurazioni e nuovi conferimenti. Quando il partito vincitore subentra a un altro destituisce i funzionari pubblici e affida gli incarichi ad amici e seguaci. Indignarsi di queste sostituzioni fa sorridere. Esse, nel modo in cui sono effettuate, testimoniano che non c’è né ferocia, né crudeltà in questi avvicendamenti. Gli epurati si prendono un periodo di riposo, dopo torneranno più gloriosi di prima; se poi non hanno la pazienza di aspettare passeranno subito tra le fila degli ex avversari. Se fossero nemici veri avrebbero dovuto essere messi in condizione di non nuocere in un futuro, come facevano i Romani meno teneri con gli esponenti del partito sconfitto. 

Semplicioneria 

I vecchi dicevano all’indirizzo di qualcuno stimato sempliciotto con bonaria canzonatura: “Buon per te…” ed era sottinteso il seguito “che non capisci niente” e l’ulteriore “così vivi contento”. Somiglia alla ricetta del saper vivere di specialisti e qualificati esperti, se mal interpretata, con lectio facilior. Ma se lo scopo della vita fosse essere felice allora basterebbe prendere una pasticca. E non è da dubitare che la piglieremmo se fosse stata inventata e che la piglieremo quando lo sarà. 

Poveri 

Molti di quelli che parlano a favore o in nome dei poveri non ne hanno mai visto uno in carne e ossa a distanza ravvicinata. Dovessero essere avvicinati da dei poveri veri fuggirebbero se non inorriditi, di certo spaventati. Chi ha vissuto la povertà sa cosa sia o lo sapeva perché si dimentica presto quando se ne esce o lo sa solo in parte se i suoi gradi profondi gli sono rimasti sconosciuti. Alcuni eccellenti pittori hanno idealizzato la povertà con la rappresentazione, con sincera commozione, di bambini malinconici avvolti nei loro cenci, seduti per terra in miseri ambienti.

Nicola Belcari

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