Inno all'uomo
di Nicola Belcari - mercoledì 01 dicembre 2021 ore 00:15
L’uomo, il principe del creato. Il padrone della casa dove vive, sperduta nell’universo. L’uomo dotato di pensiero e coscienza a sua volta creatore e inventore.
Chi ha inventato il furto, l’assassinio, l’adulazione, l’imbroglio, la falsità, la bugia, la lusinga, la seduzione, la prostituzione, la diffamazione, l’invidia, la perversione, la violenza fisica, la crudeltà mentale, lo stupro, la corruzione e il peculato? È l’uomo. Chi ha inventato le atrocità più efferate (la crocefissione, l’impalamento, ecc.), le torture più raffinate, la bomba atomica, le armi chimiche, gli strumenti di morte più efficaci? L’uomo.
Una carriera di tutto rispetto per un discendente della scimmia. Un nobile essere che teme, da un momento all’altro, di sentirsi ricordare le sue umili origini, la discendenza da primati antropomorfi che bofonchiavano e saltavano da un ramo all’altro: una parentela offensiva solo per gli animali.
L’uomo ha alzato gli occhi al cielo ma ha continuato il suo cammino nel fango.
Agli albori della civiltà l’uomo appariva un essere inerme e indifeso in balìa di una Natura selvaggia e avversa, in un’impari lotta con la violenza delle stagioni, le belve feroci, i territori inospitali, la pervicacia delle sterpaglie. L’uomo oggi è divenuto potente e può volgersi al Bene o al male. E i pochi che decidono per i molti da quale parte faranno pendere il piatto della bilancia?
L’uomo s’è assegnato il compito di distruggere la propria specie e il pianeta che la ospita. Ciò che ancora non sappiamo è come avverrà e in quali tempi. L’unica speranza è che distrugga prima se stesso, così da non poter più portare a termine la seconda parte del programma: la distruzione della Terra, che potrebbe un giorno popolarsi di nuovo di una specie più ragionevole.
Alla fine, resterà un cumulo di macerie dove si ammucchieranno i rottami delle sue invenzioni utili per una vita più comoda, lavatrici, televisori, telefoni, frigoriferi, in un triste groviglio di ferri arrugginiti.
Arrivederci all’altro mondo.
D’altra parte, che cosa potevamo aspettarci da un animale “arricchito”? Un parvenu dell’evoluzione che ai profumi della Natura, gigli, rose e fiori di campo, contrappone i miasmi dei suoi rifiuti chimici e industriali e ancora animale che, per suo carattere biologico, trasforma le delizie del regno vegetale, fragole, albicocche e ciliegie, in sterco.
Nicola Belcari