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martedì 15 ottobre 2024

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

Prima e dopo

di Nicola Belcari - martedì 26 aprile 2022 ore 07:30

La vita è un viaggio costellato di un prima e un dopo. Un dopo di un evento tragico, un tremendo annuncio, troppe passeggere paure e qualche contentezza con un velo di malinconia.

Il prima e dopo più sorprendente (e sospetto) è la pubblicità della cura di bellezza.
Il prima e dopo più prima e dopo della storia umana è quello di Cristo, infatti c’è un a.C. e un d.C. e già notevole è il paradosso che gli studiosi affermino di non sapere con esattezza l’anno di nascita di Gesù; molti ipotizzano sia nato qualche anno prima di quello da cui si contano gli anni.

Con Gesù sorge la Speranza di un mondo diverso: abolita la legge del taglione e rovesciati i valori sociali. Così non è stato: il mondo è rimasto quello di prima. Anche da parte di coloro che si proclamano cristiani: Gesù ha inveito contro l’ipocrisia dei farisei e una schiera di simili seguaci ne è la versione aggiornata. Talmente aspra e ardua è la Sua lezione, che il cristiano è giustificato a disattenderla quotidianamente con tanti comportamenti. È la doppia morale di alcuni personaggi pubblici.

Prima riponevamo fiducia nella scienza, dopo abbiamo conosciuto i virologi (e sono sorti i dubbi). Prima si aveva poca fiducia nei governanti e nella classe politica dopo gli ultimi flagelli anche quel poco s’è perso.

Difficile convincersi della propria morte e che ci sarà un dopo. Quel dopo su cui l’uomo s’interroga da quando ha consapevolezza di dover morire. I filosofi hanno pensato che essere mortali potrebbe essere un bene perché inevitabile e nella legge della Natura. Da parte mia ho il sospetto che tutti quelli che immaginano l’aldilà come un luogo di delizie, con giovani donne rosee come fiori profumati appena sbocciati, da amare nella purezza, dove si gioca a carte e si vince sempre bevendo “vino spumeggiante” senza compromettere il fegato, ebbene tutti costoro farebbero bene ad arrangiarsi quaggiù, in questa infelice e possibilmente stupenda esistenza terrena.

“O vergine luna” (Leopardi), ora non più vergine dopo che un astronauta ha poggiato il piede sulla sua polvere. Ma altri luoghi, istituzioni, ideali sono profanati. È un prima e dopo d’altri tempi, irreparabile e fatale per la fanciulla d’una volta, la vestale custode del fuoco sacro. È la gioventù perduta, “splendore nell’erba” … (Wordsworth).

Oggi, purtroppo, sembra proprio di vivere un dopo, senza ritorno, con la nostalgia o il rimpianto per quella pallida e noiosa libertà di prima.

Nicola Belcari

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