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domenica 15 dicembre 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Lavorare sotto stress significa lavorare male

di Federica Giusti - venerdì 16 giugno 2023 ore 08:00

Dite che è una banalità? Una di quelle cose che sappiamo tutti per cui non importa ripeterlo? E invece non è così, ve lo assicuro.

Ci sono molti contesti professionali nei quali si incita il collaboratore, il dipendente, oppure è proprio lo stesso lavoratore a caricarsi di impegni difficilmente gestibili, perché si ha la credenza che lavorare sotto stress sia una competenza, qualcosa di cui andare fieri e scrivere come skill nel nostro curriculum.

Niente di più falso, niente di più disumanizzante. Lo diceva Henry Ford che l’operaio felice e rispettato come essere umano era sicuramente più produttivo di quello tenuto sotto pressione, ma sono passati decenni e ancora non lo abbiamo capito, anzi, abbiamo proprio stravolto il modo di vedere.

Pretendiamo che tutti siano a nostro servizio, facciamo delle richieste assurde e costanti come se al mondo ci fossimo soltanto noi, e continuiamo a mettere gli altri e noi stessi sotto scacco, per cosa? Assolutamente per niente!

Nel mio lavoro capita che si richiedano appuntamenti oggi per ieri, nemmeno per domani, relazioni per un altro professionista nel giro di qualche ora, telefonate o messaggi a qualsiasi ora del giorno e della notte perché si deve essere sempre sul pezzo, si deve sempre essere attivi, performanti, così facciamo vedere che siamo bravi. No, no e poi no!

Innanzitutto, sul piano prettamente psico-fisico, lavorare sotto tensione costante e non smettere mai, diminuisce notevolmente le nostre prestazioni cognitive ed emotive, per cui è scientificamente provato che lo stress impatta negativamente sul nostro operato. Qualsiasi sia il compito del quale dobbiamo occuparci, anche quando si tratta di un lavoro non formale, ma pur sempre importante, come la gestione della nostra quotidianità e della nostra famiglia.

È vero che l’eustress, ossia quell’attivazione fisiologica e psichica che mettiamo in campo in situazioni di emergenza, è considerato uno “stress buono” proprio perché è in grado di salvarci, ma quello che viene richiesto sempre di più nei nostri tempi moderni è un distress, uno “stress cattivo”, che comporta disagio psico fisico e non ci lascia niente di positivo.

E forse non serve nemmeno sottolineare che lavorare sotto stress non comporta danni solo al nostro benessere psicologico, ma ha anche ripercussioni sul piano fisico, aumentando notevolmente il rischio di compromettere la nostra salute.

Imparate a rispettarvi, a rispettare gli altri e a non confondere l’essere bravi con il non fermarsi mai. Se ve lo hanno insegnato sappiate che vi hanno mentito! E non è tardi per cambiare il modo di rivolgerci an noi stessi e agli altri.

Federica Giusti

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